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Istat, prime stime impatto coronavirus saranno pubblicate a maggio

Economia
Istat, prime stime impatto coronavirus saranno pubblicate a maggio
(Teleborsa) - L'Istat pubblicherà a maggio le prime stime sull'impatto economico dell'epidemia di coronavirus. E' quanto spiega l'istituto in un documento depositato alla Commissione Bilancio del Senato, che sta esaminando il decreto Cura Italia.

Attualmente, l'Istat "non dispone ancora di informazioni in grado di quantificare l'impatto" delle misure di contenimento, per "il brevissimo lasso di tempo intercorso" dall'inizio del lockdown e per il rapido succedersi dei provvedimenti restrittivi. I primi provvedimenti - spiega - sono stati introdotti a inizio marzo e quindi l'impatto sarà incorporato negli indicatori riferiti a tale mese, che saranno diffusi a maggio. "E' possibile ipotizzare che il gap di produzione/valore aggiunto si determinerà in tutta la sua ampiezza nel secondo trimestre, con tutti gli indicatori e le statistiche relative all'economia e al mercato del lavoro che ne registreranno i risultati".

L'Istituto parla di uno shock "inimmaginabile" sull'economia mondiale. "Nell'attuale contesto d'incertezza, che non ha precedenti nel dopoguerra - prosegue - cominciano ad essere annunciati i risultati di esercizi volti a costruire scenari di previsione", che però "hanno una validità molto limitata" in quanto non possono "tenere conto degli effetti combinati delle misure, applicate in un insieme sempre più ampio di paesi, che modificano i comportamenti sociali e degli operatori economici".

Il Presidente dell'Istat, Gian Carlo Blangiardo, partecipando al videoforum de Il Sole 24 Ore, ha escluso che il Covid-19 possa avere "effetti demografici considerevoli in Italia" se si paragona il numero delle vittime avuto sinora a quello di una influenza particolarmente aggressiva, come accaduto nel 2015 quando vi furono nei primi tre mesi dell'anno 40mila morti in più. "Siamo un Paese riconosciuto ad alta sopravvivenza, uno in cui la vita è più lunga che altrove e siamo ovviamente un paese anziano" e questo ci espone ad una maggiore fragilità.
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