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Fase 2, Coldiretti: riaprire 24mila agriturismi, a rischio quasi 1 miliardi di fatturato nel 2020

In fase di elaborazione un piano con l'associazione Terranova per la richiesta di risorse economiche di sostegno.

Economia
Fase 2, Coldiretti: riaprire 24mila agriturismi, a rischio quasi 1 miliardi di fatturato nel 2020
(Teleborsa) - Occorre far riaprire subito i 24mila agriturismi italiani spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza anti Coronavirus. A chiederlo è la Coldiretti nell’evidenziare che senza una svolta nella Fase 2 le stime Ismea evidenziano, per il 2020 una perdita complessiva per il settore di circa 970 milioni di euro, pari al 65% del fatturato.

"Nel rispetto delle misure di precauzione, ci sono – ha sottolineato la Coldiretti – tutte le condizioni per riaprire le strutture agrituristiche dopo che sono la chiusura forzata ha fatto saltare sia il periodo pasquale sia i ponti del 25 aprile e del 1° maggio". "A pesare oltre al calo della domanda interna è il crollo del turismo internazionale con gli stranieri che rappresentano il 59% dei pernottamenti complessivi senza dimenticare – ha precisato l'associazione - le cancellazioni forzate delle cerimonie religiose (cresime, battesimi, comunioni, matrimoni) che si svolgono tradizionalmente in questo periodo dell’anno". "In primavera – ha continua la Coldiretti – si concentrano anche tutte le attività di fattoria didattica che molti agriturismi svolgono per dare la possibilità ai ragazzi di stare all’aria aperta in collaborazione con le scuole, ora chiuse".

L'associazione ha annunciato che è impegnata con l'associazione degli agriturismi Terranostra nella realizzazione di un piano da presentare alle istituzioni e che preveda risorse economiche di sostegno e misure straordinarie di intervento: tra queste anche l’annullamento delle imposte locali e della tassa di soggiorno, la semplificazione burocratica sulle norme edilizie comunali per l’adeguamento delle strutture alle nuove norme di sicurezza, protocolli con indicazioni chiare per la messa a norma e una regolamentazione comune e omogenea in tutte le regioni d’Italia per l’attività di consegna a domicilio e asporto.
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