(Teleborsa) - Esperti ed analisti sono ormai concordi nel dire che c'era un
mondo pre-covid sul quale è
definitvamente calato il sipario e ce ne
sarà un altro
post, che stiamo costruendo in questi giorni. Mentre la fase dell'
emergenza non è ancora del tutto superata, si guarda con moderata fiducia al
futuro e alla
ripresa. Difficile stabilire come sarà, tante (troppe) le
incognite. La
sfida dichiarata è trasformare la
crisi in opportunità. Certo, le
paure non mancano.
Recessione prolungata, bancarotta, assenza di domanda, disoccupazione e una
incognita che pesa sulla testa come un macigno che, ovviamente, cambierebbe ancora lo scenario: l'
arrivo di una nuova ondata pandemica. Sono alcune delle principali paure dei manager globali alla ripresa delle attività dopo l'emergenza Covid. A rivelarlo un nuovo rapporto del
World Economic Forum, che annualmente stila il
"Global Risk Report", intitolato
"Covid-19 risks Outlook", redatto in collaborazione con
Marsh & McLennan e Zurich Insurance Group che
ha messo sotto la lente d'ingrandimento e classificato le preoccupazioni di 350 manager mondiali per i
prossimi 18 mesi.Due terzi degli intervistati ha indicato una
prolungata recessione globale come una delle principali preoccupazioni per l’economia. La metà del campione considera i
fallimenti aziendali e il consolidamento del settore, la mancata ripresa e l'interruzione delle catene di approvvigionamento come preoccupazioni cruciali.
Considerata la spinta impressa alla
digitalizzazione dell'economia nel corso della pandemia, anche gli
attacchi cyber e l’utilizzo fraudolento di dati vengono annoverati tra le maggiori minacce da parte della metà degli intervistati, ma anche i
guasti delle infrastrutture e delle reti informatiche rappresentano un timore importante. In cima all'elenco delle preoccupazioni d
isordini geopolitici e limitazioni più restrittive alla circolazione delle persone e delle merci.
Preoccupa anche l
'alto livello di una disoccupazione che potrebbe diventare strutturale (49,3%), soprattutto tra i giovani, e l'insorgere di nuove tendenze protezionistiche.
"Ora che le economie tentano la ripartenza - chiarisce rapporto - c'è un opportunità di portare con se' una maggiore
eguaglianza sociale e sostenibilità, che potrebbe sfociare in una
nuova era di prosperità".Osserva
Peter Giger, Group Chief Risk Officer del
Gruppo Zurich Insurance: : “Il Covid-19 ha dimostrato che è fondamentale tenere sotto controllo i
rischi esistenziali e il climate change è uno di questi. Mentre riavviamo le nostre economie, i cambiamenti nel modo di lavorare e gli atteggiamenti nei confronti dei viaggi, spostamenti e consumi indicano modalità nuove per raggiungere un futuro
più sostenibile e a basse emissioni di carbonio. La pandemia avrà effetti a lungo termine poiché il
tasso elevato di disoccupazione influisce sulla fiducia, la disuguaglianza e il benessere e mette in discussione l’efficacia dei sistemi di protezione sociale. Con pressioni significative sull’occupazione e l’istruzione – oltre 1,6 miliardi di studenti hanno perso la scolarizzazione durante la pandemia - siamo di fronte al rischio di un’altra generazione perduta. Le decisioni prese adesso
determineranno gli sviluppi di questi rischi o opportunità”.Secondo
John Doyle, Presidente e CEO di Marsh: "Anche prima della crisi del Covid-19, le organizzazioni si trovavano ad affrontare un panorama di rischi globale altamente complesso e interconnesso. Dalle
minacce informatiche alle supply chain al benessere dei loro colleghi, le aziende ora ripenseranno molte delle strutture su cui prima facevano affidamento. Per creare le condizioni per una ripresa più rapida e un
futuro più resiliente, i governi e il settore privato devono collaborare in modo più efficace. Insieme ai grandi investimenti per migliorare i sistemi sanitari, le infrastrutture e la tecnologia, uno dei risultati di questa crisi deve essere una maggiore
resilienza da parte della società che consenta di resistere a
future pandemie e ad altri gravi shock".