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Coronavirus, Confesercenti: "Turismo affossato. Crollo dei viaggiatori"

Fatturato tornato ai livelli del 1998. Messina: "Sostegni al settore inadeguati. Stati Generali siano occasione per affrontare crisi"

Economia, Turismo
Coronavirus, Confesercenti: "Turismo affossato. Crollo dei viaggiatori"
(Teleborsa) - Un calo senza precedenti con 12,8 milioni di viaggiatori in meno e 56 milioni di pernottamenti persi rispetto all'estate 2019. Numeri che si tradurranno in un crollo del fatturato di oltre 3,2 miliardi di euro, di cui il 52% per le attività extralberghiere e il 48% per il comparto alberghiero. Queste le previsioni per i i tre mesi estivi contenute nello studio condotto da Cst Firenze per Assoturismo Confesercenti su un campione di 2.118 imprenditori della ricettività.



Nonostante la ripresa della mobilità nazionale ed internazionale, gli effetti dell'emergenza coronavirus continuano a far sentire tutto il loro peso sull'estate 2020 facendo tornare il turismo italiano ai livelli di circa 20 anni fa. Quest'anno si registrerà, infatti, il più basso numero di presenze dal 1998.

"Il calo era atteso, ma se continua così sarà il crollo peggiore della storia del nostro turismo – commenta Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo Confesercenti –. Gli operatori non perdono la speranza, e chi può ha riaperto. I sostegni forniti al settore fino ad ora, però, sono stati inadeguati, sia per le imprese sia per i lavoratori. Serve una svolta: gli Stati Generali siano un'occasione per affrontare la crisi. Bisogna intervenire per estendere e rendere meno burocratiche le richieste di cassa integrazione. Proponiamo anche zone franche, con fiscalità di vantaggio per imprese e visitatori, per le mete che saranno più colpite dal calo dei flussi stranieri. Ma dobbiamo anche progettare il rilancio del settore, che vale il 13% del Pil ed è il biglietto da visita del nostro Paese nel mondo. Un rilancio basato sull'innovazione digitale e sulla revisione del tax credit ristrutturazioni, per rendere l'offerta ricettiva italiana più attraente e più in linea con le aspettative dei turisti".

Sui 56 milioni di pernottamenti persi, ben 43 milioni sono di turisti stranieri (-43,4% rispetto all'estate 2019). Una flessione che sarà invece più contenuta per la domanda interna dei viaggiatori italiani (-11,6%). I risultati peggiori saranno registrati dal comparto alberghiero con una flessione del -28,7%, mentre l'extralberghiero si attesterà al -23,7%.

A livello regionale, anche se la tendenza negativa interesserà tutte le aree, gli andamenti peggiori sono stati segnalati dagli imprenditori del Nord Ovest (-32,9% di pernottamenti). Valori negativi più o meno omogenei sono attesi per il Nord Est (-28,7%) e Centro (-25,8%) mentre meno pesante, ma comunque rilevante, sarà la riduzione per il Sud e le Isole (-19,3%).

Analizzando le destinazioni italiane per tipologia dallo studio emerge un calo delle presenze turistiche del -38,3% per le località lacustri e del -36% per quelle termali. La flessione si attesta al -34,3% per le città d'arte e affari, del -31,4% per mete rurali e collinari, del -21,8% per le località montane e del -20,9% per quelle marine.

Alla riduzione della domanda corrisponderà anche un netto calo dell'offerta del settore ricettivo con circa 23mila strutture che quest'estate non apriranno affatto, di cui 3mila nel comparto alberghiero. Molte altre – per ragioni di sostenibilità e di distanziamento sociale – hanno, invece, ridotto le disponibilità. Secondo il Rapporto è prevedibile per l'estate 2020 una riduzione complessiva di 1,8 milioni di posti letto.

Sul fronte dell'occupazione si stima che ad oggi siano oltre 82mila gli addetti (fissi e stagionali) del sistema ricettivo rimasti senza posto di lavoro, di cui solo una parte protetta dalle misure economiche messe in atto dal Governo. Il 66% degli addetti era attivo nel comparto extra alberghiero e il 34% nelle imprese alberghiere.


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