(Teleborsa) - Per molti, l’intesa raggiunta sul
Recovery Fund è
l’ultimo treno utile per rimetterci in corsa, insieme alla nostra economia decisamente in
sofferenza (proprio ieri sono arrivati i dati sul
PIL nel secondo trimestre, quelli del
lockdown). La strada che ci separa dal
ghiotto tesoretto (quasi
209 miliardi per il nostro Paese), però, è a
tappe e ancora lunga.
"In linea con le conclusioni del Consiglio europeo, nel contesto del
Recovery Fund (Recovery and resilience Facility), è possibile il pagamento di un
pre-finanziamento del 10% del contributo finanziario per ciascuno Stato membro, con l’approvazione del
"piano di riforme" e "l’adozione dell’impegno legale della Commissione, posto che tutte le condizioni siano soddisfatte e tutti i passi legali siano stati completati per allora". Lo riporta un Portavoce della Commissione europea, rispondendo sul pre-finanziamento.
Secondo quanto si apprende, tuttavia, sebbene tutti gli Stati membri siano stati incoraggiati a presentare i propri piani entro il
15 ottobre, per avviare uno scambio con la Commissione europea ed evitare ingolfamenti, i piani saranno considerati presentati formalmente solo dal primo gennaio. A quel punto l’Esecutivo comunitario
avrà fino a due mesi per esaminare le proposte e presentare la sua valutazione al Consiglio, per l’approvazione.
Per
l’esborso del 10% occorrerà inoltre che sia concluso il processo di ratifica presso i Parlamenti nazionali e sia stata avviata la raccolta di
risorse sui mercati finanziari.