(Teleborsa) - I
mercati continuano a guardare con prudenza il progetto
Rete Unica, a causa delle incertezze macroeconomiche e del profilo dell'operazione, e
non premiano TIM, che "sconta il fatto di essere un incumbent" ripropostosi in qualità di operatore verticale in un contesto economico in progressivo deterioramento. Ben diverso l'atteggiamento rispetto ad
Open Fiber, una società che fa capo ad un gruppo energetico internazionale qual è
Enel, un'azienda che
guarda al futuro, assimilabile ad una
Tesla, in un contesto in evoluzione del settore delle tlc.
Lo ha spiegato
Francesco De Leo, Presidente di Kaufmann & Partners ed ex direttore generale di Telecom Italia, in una intervista rilasciata a Key4Biz sul progetto rete unica e sulla posizione dei due operatori della rete in fibra.
Rispetto al progetto di una
rete integrata cullato da TIM, il manager ha confermato che i mercati continuano a guardare con
prudenza un
progetto che presenta "lacune e debolezze", sia per la governance che per per il modello di integrazione (verticale), che ha riportato l'attenzione sul profilo finanziario e sul debito di TIM.
In questo quadro come viene vista
Open Fiber? Il numero uno di Kaufmann & Partners fa un
parallelo con l'americana Tesla di Elon Musk e parla di
"un’azienda proiettata nel futuro", che è "parte di un gruppo come ENEL che è leader al mondo nelle energie rinnovabili, e che con ENEL-X sta guidando la transizione verso l’elettrificazione del settore automotive come uno degli attori-chiave su scala globale".
"Il futuro è nell'integrazione fra reti telecom, automotive ed energia", ha spiegato De Leo, ricordando che, sulla base di questa convinzione, gli analisti "valutano
ENEL come
uno gli attori meglio posizionati al mondo" ed "esprimono
apprezzamento per il ruolo svolto da Open Fiber", la cui valorizzazione non può che ampliarsi, come "sta succedendo con Tesla nel settore automotive".
Open Fiber - ha sottolineato - rappresenta "l’affermarsi di una nuova asset class" un'azienda che propone una "piattaforma aperta come Tesla, un acceleratore dei processi di innovazione condivisa", mentre TIM "è percepita come un’azienda domestica non certamente di punta, in una asset class matura" e "sconta il fatto di essere un incumbent".
Chiarendo la posizione sul concetto d
i integrazione verticale, De Leo parla di un "approccio un po'
provinciale e anche datato", laddove i mercati guardano con favore alla "destrutturazione dei monopoli verticali" nel settore delle telecomunicazioni.
Concludendo, l'esperto vede oggi
tre rischi per la creazione della
Rete Unica in Italia: un rischio
politico legato all'esito delle regionali ed al futuro del Governo, un rischio legato al raccordo con la
Commissione Europea ed un rischio legato all’efficacia e ai
tempi di esecuzione.