(Teleborsa) - Sul
5G l'Italia si affida all'
Europa. La posizione dell'esecutivo è emersa ieri al termine di un vertice che ha visto protagonisti il presidente del Consiglio,
Giuseppe Conte, il ministro dell'Economia,
Roberto Gualtieri, e quello dello Sviluppo economico,
Stefano Patuanelli, che hanno deciso di ancorare le decisioni in merito a
Golden Power e
Cybersecurity delle tlc a Bruxelles.
Sul tavolo anche la posizione da tenere martedì prossimo con
Mike Pompeo, il segretario di Stato americano che sul 5G e la lotta all'influenza cinese e di Huawei si è costruito la sua fama di braccio destro del presidente Donald Trump.
"La riunione di questo pomeriggio - hanno spiegato dal Governo al termine dell’incontro - è servita per fare il punto sullo stato della
legislazione italiana, con particolare riguardo all'attuazione delle varie previsioni legislative, anche da ultimo introdotte (ad esempio nel decreto liquidità), mirate a rafforzare il sistema di difesa e sicurezza nazionale rispetto ai servizi di comunicazione 5G".
Una linea "
condivisa" all'interno delle forze di maggioranza, in "piena consapevolezza dei potenziali rischi connessi alle nuove tecnologie e della necessità di adottare sempre nuove iniziative che rafforzino il livello di protezione, avendo come primario criterio di riferimento la tutela della
sicurezza nazionale".
"Il confronto – hanno spiegato da Palazzo Chigi – ha condotto a una condivisa valutazione positiva dell'
assetto normativo di cui l'Italia si è dotata negli ultimi tempi, che appare ben strutturato, orientato alla definizione e prescrizione di
standard di
sicurezza molto elevati, e idoneo a garantire un adeguato livello di protezione delle infrastrutture e delle reti di comunicazione di rilevanza strategica".
Il vertice è servito, infine, a fare il quadro della situazione anche in merito alle ultime indicazioni della Commissione europea contenute nel “
Toolbox”, il pacchetto di misure che mira ad un approccio comune sulla messa in sicurezza delle reti 5G. È ormai prossima la scadenza del primo ottobre 2020, data entro la quale Stati membri e Commissione dovranno stabilire l’eventuale necessità di ulteriori azioni.