(Teleborsa) - La
ripresa in presenza delle
scuole è stata ed è sicuramente la sfida più impegnativa - ma necessaria - che il
Paese sta affrontando. Nel complesso la situazione - non senza criticità - sembra comunque essere sotto controllo anche se sono già centinaia le scuole dove si è registrato almeno un caso di positività al
coronavirus. Quasi sempre, la scoperta ha portato alla
quarantena di una o più classi, con ben 75 istituti costretti a chiudere almeno per qualche giorno per sanificare i locali.
Non sempre, però, è andata così.
Come chiarisce il
Sole24Ore, la procedura, in base a quanto stabilito dalla circolare del Ministero della Salute del 29 maggio 2020, cambia
se l’alunno positivo è asintomatico. In questo caso, per stabilire chi sono i contatti stretti da mettere in quarantena, la data di riferimento non è quella in cui sono apparsi i sintomi della malattia, ma quella di
effettuazione del tampone. La circolare infatti spiega che "se il caso non presenta sintomi, si definisce contatto una persona che ha avuto contatti con il caso indice in un arco di tempo che va da 48 ore prima della raccolta del campione che ha portato alla conferma e fino a
14 giorni dopo".Emblematico il caso di scuola di Roma a Trastevere: lunedì 21 settembre si è diffusa la notizia di un ragazzo risultato positivo al Covid, che aveva frequentato
solo il 14 settembre. Come da procedura, la preside ha immediatamente avvisato il servizio di salute e sanità pubblica (Sisp) della ASL. E' stato appurato che l'alunno era asintomatico e il tampone era stato effettuato il 17 settembre, ossia oltre
48 ore dopo il contatto con il resto della classe. Per questo, la Asl non ha previsto nessuna quarantena. Se invece il ragazzo avesse fatto il tampone uno o due giorni prima, la classe sarebbe stata inclusa nella definzione di
"contatto" e sarebbe finita in isolamento.