(Teleborsa) - Le
famiglie italiane stanno fronteggiando una situazione di
forte difficoltà, che sta causando
l’impoverimento del ceto medio e facendo emergere l’urgenza di piani di rilancio economico.
A lanciare l’allarme sono le
associazioni dei consumatori, dopo la pubblicazione da parte dell’Istat delle
stime relative ai consumi delle famiglie. L’istituto di statistica ha annunciato un
crollo del consumi dell’11,5% e del reddito delle famiglie del 5,8% nel periodo aprile-giugno rispetto al trimestre precedente.
La contrazione del reddito disponibile inciderà sull’andamento del mercato, con ripercussioni importanti anche sul versante della produzione, secondo
Federconsumatori. "Di fronte a questa situazione è indispensabile che il Governo assuma
scelte coraggiose e determinate per superare questa delicata fase storica. E che lo faccia
in tempi rapidi. È ormai troppo tempo che si discutono piani e programmi per usufruire dei fondi europei: ora bisogna
passare all'azione", scrive l’associazione in una nota, auspicando anche
l’utilizzo del Mes per rimettere in sesto il sistema sanitario.
Anche il potere d’acquisto degli italiani è crollato, attestandosi a un -5,6% rispetto al trimestre precedente. I numeri resi noti dall’Istat sono “dati drammatici” secondo
Unione Nazionale Consumatori focalizza l'attenzione sul crollo del
potere d'acquisto, che definisce un
"dato drammatico". "Il crollo del reddito disponibile delle famiglie ha ridotto in
povertà il ceto medio, che ormai fatica ad arrivare alla fine del mese. La diretta conseguenza di questa riduzione sono i
consumi finali in caduta libera, con pesanti ripercussioni sul Pil" afferma il Presidente
Massimiliano Dona.
Coldiretti denuncia invece una situazione che ha fatto tornare il
Paese indietro di dieci anni sul fronte dei consumi alimentari. Secondo un'analisi dell'associazione degli agricoltori, "si è verificato un
taglio complessivo della
spesa a tavola di ben
24 miliardi nel 2020 per effetto dell’emergenza coronavirus, con i consumi alimentari sono tornati indietro di dieci anni su valori del 2010". A pesare - sottolinea - è stata la chiusura durante il
lockdown della ristorazione per la quale rimane una situazione di sofferenza per le difficoltà economiche, lo smart working, la diffidenza dei consumatori e le difficoltà del turismo, soprattutto straniero, che rappresenta una fetta importante della clientela.