(Teleborsa) - Appuntamento
caldo dell'autunno sono, senza dubbio, le
elezioni presidenziali negli
Stati Uniti. La maggior parte degli analisti prevede, infatti, non solo fasi di
incertezza ma anche possibili scontri sulla legittimità del voto. Tradotto: uno
scenario da brivido. "I
l voto di novembre è circondato da
un’
incertezza senza precedenti, in un contesto di polarizzazione crescente, di possibili problemi operativi collegati alla pandemia e al voto per posta, e di
rischi di scontri sulla
legittimità del voto". Questa la fotografia scattata dal Report redatto dalla Direzione Studi e Ricerche di
Intesa Sanpaolo dedicato alle
elezioni negli
USA, secondo il quale "lo
spettro di un’elezione contestata e di un ricorso alla Corte Suprema per la determinazione del nuovo Presidente deve essere considerato come uno
scenario non necessariamente di coda".
"A questi
fattori straordinari - chiarisce ancora il report - si è aggiunto un
evento senza precedenti, la malattia del Presidente in carica a un mese dal voto. La positività a Covid-19 di Trump, di parte del suo staff e di diversi senatori a ridosso del 3 novembre, può avere
ricadute difficilmente prevedibili sulle ultime settimane di campagna elettorale e sull’esito dell
'elezione".
Il Report analizza anche i
programmi elettorali dei due
candidati che "hanno in comune un
impatto espansivo sui deficit del prossimo decennio, ma divergono in termini di misure. L’agenda di
Trump si può riassumere in
meno tasse, meno spesa, quella di
Biden in
più tasse, più spesa. Però, la principale differenza fra i manifesti economici dei candidati sta nel grado di
redistribuzione fra classi di reddito. Il
piano Biden è fondato su una redistribuzione dalle classi molto
alte di
reddito verso quelle
medio-basse, attraverso interventi sia sulle imposte sia sulla spesa. In termini di effetti
previsti sulla
crescita, il piano
Biden più che compenserebbe l’incremento delle imposte su
redditi alti e società attraverso lo stimolo alle fasce più basse e l’aumento della spesa per
infrastrutture nel primo biennio del mandato".
Sul fronte del
commercio estero con Trump "probabile proseguimento delle tensioni commerciali
sia con la Cina (ulteriori incrementi dei dazi), sia con gli altri partner commerciali, che hanno ora
deficit più ampi per via della deviazione dei flussi dalla Cina verso altri produttori".
Mentre, precisa il report, "la
posizione di Biden nei confronti della Cina probabilmente
non si discosterebbe in modo significativo da quella di Trump. Biden ha dichiarato che la
Cina è un
"competitor", che dovrà essere arginato con misure che riducano l’influenza cinese nei settori della tecnologia e dell’intelligenza artificiale, rifiutando di dichiarare che
revocherà i dazi imposti da Trump sulle importazioni cinesi. È possibile che un’amministrazione da lui guidata "sia però meno conflittuale con la
Cina su temi diversi da quelli economici e sia più aperta a cooperare su
cambiamento climatico ed emergenze sanitarie".Infine, "la
determinazione dei risultati elettorali nel
2020 è come sempre
soggetta al rischio di esiti contestati per scarti contenuti fra i voti dei due candidati, in molti casi definiti dagli stati come motivazione per un
riconteggio, in altri richiesti dal candidato che abbia motivazioni per ritenere i conteggi inaccurati. Un
altro rischio è il caso di
mancanza di una maggioranza nel Collegio elettorale, con un’allocazione di
269 delegati a entrambi i
candidati.
In caso di scarto contenuto fra i risultati del voto popolare per i due candidati - si legge ancora nel Focus sulle elezioni - "è possibile che l’esito elettorale resti incerto per un periodo anche prolungato dopo il
3 novembre, come sperimentato nelle elezioni del 2000, quando la disputa fra G.W.
Bush e Al Gore durò per più di un mese". (Foto: by Lucas Sankey on Unsplash)