(Teleborsa) - Cresce pericolosamente
l'asticella della tensione tra
Parlamento europeo e Consiglio sul delicato negoziato per il bilancio Ue 2021-2027 e il piano Next Generation Eu (NGEU), di cui il
Recovery Fund è, di fatto, il principale
pilastro. Così, alla fine di una giornata a dir poco
tesa, è arrivato lo
stop ai
negoziati.Il
rischio che le
risorse pensate per risollevare le economie dei Paesi membri travolti dall’emergenza coronavirus possano slittare è più che una ipotesi. C'è però un'ultima
chance: si guarda già al
prossimo vertice europeo fissato per il
15-16 ottobre sperando che arriva la
fumata bianca.
A far saltare il banco la richiesta del Parlamento di aumentare gli stanziamenti su ben
15 capitoli di spesa della proposta
di bilancio, tra cui i programmi per la digitalizzazione, il lavoro e il sociale. Non solo: bisogna anche rafforzare il legame tra rispetto delle regole dello stato di diritto ed erogazione dei fondi europei, aspetto che tocca direttamente
Polonia e Ungheria, sotto la lente per le norme con cui, secondo la Commissione, sono stati messi in discussioni alcuni principi democratici fondamentali.
A dar fuoco alle polveri nella mattinata di ieri il Presidente della commissione Bilancio all’Eurocamera,
Johan van Overtfeldt, che si è detto
"deluso" dalla proposta di compromesso inviata dalla presidenza di turno tedesca del Consiglio. A suo dire, "nonostante i sei dialoghi trilaterali, il Consiglio non si è mosso e
non c’è niente di nuovo nella sua proposta". Non ci sta la
Germania, che tramite un tweet del Portavoce della Rappresentanza del Paese Sebastian Fischer definisce
"deplorevole" il fatto che il Parlamento "abbia perso
l’occasione di portare avanti i negoziati sul bilancio Ue per il 2021-2027.
Trattativa, dunque, in
salita. Ma il Ministro dell’Economia
Gualtieri getta acqua sul fuoco e intervistato a
Porta a Porta prova a sdrammatizzare: "Sono
normali schermaglie negoziali".
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