(Teleborsa) - Un presidio di lavoratori del
trasporto aereo fino 13 all'Hangar dell'aeroporto di
Milano Linate per sensibilizzare la politica locale sullo stato di crisi del settore. A organizzare la manifestazione le sigle sindacali
Filt Cgil,
Fit Cisl,
Uiltrasporti e
Ugl Ta: "Faremo arrivare la nostra protesta al sindaco di Milano, al presidente della regione Lombardia, al presidente di Confindustria, al presidente di Assolombarda che saranno presenti all'evento. Parteciperemo compatti al presidio per dire ai rappresentanti della politica e dell'impresa lombardi di non lasciare che si compia il disastro del trasporto aereo in Lombardia", sottolineano in una nota i sindacati.
Anche
Armando Brunini, amministratore di Sea, la società degli aeroporti di Milano, ieri in un'intervista a Repubblica aveva lanciato l'allarme sullo stato del settore aeroportuale. "Gli aeroporti italiani hanno bisogno di un aiuto dal Governo per accompagnare l'inevitabile
ristrutturazione del settore, far decollare i test rapidi per i viaggiatori e sostenere gli investimenti", ha dichiarato l'ad. E ha aggiunto: "Il numero dei dipendenti odierni è impensabile in futuro. Noi avremo senso di responsabilità. Ma per evitare impatti pesanti vanno previsti progetti accompagnamento al settore. In fondo gli aeroporti hanno avuto molti meno aiuti delle compagnie aeree".
Nei primi 8 mesi dell'anno gli scali aeroportuali italiani hanno registrato complessivamente un rosso nei ricavi di
1,3 miliardi di euro e più di
10mila persone sono in cassa integrazione.
Ma è il settore aereo nel suo complesso a pagare duramente le conseguenze della crisi da Coronavirus. Come riporta Repubblica nel suo approfondimento di Affari&Finanza, quest'anno le compagnie aeree perderanno
84 miliardi di dollari, un buco nei ricavi da
345 miliardi con un calo di passeggeri pari al 66% rispetto il 2019. Le conseguenze sono i più di 100mila tagli ai posti di lavoro già annunciati dai vettori.
Prospettive tutt'altro che roseo attendono il settore dei trasporti aerei per il 2021: citando un recente studio di McKinsey, ci si attende per il prossimo anno un calo del
traffico del 47%. In tutto il mondo la soluzione più immediata è stata quella di ricorrere alle casse pubbliche: lo stesso articolo cita come ammontino ormai a più di
123 miliardi i fondi stanziati a sostegno delle compagnie aeree.
Nel prossimo futuro, invece, le speranze del settore per tornare a far crescere il traffico risiedono nella riapertura delle frontiere, nell'eliminazione delle quarantene e nell'introduzione dell'
obbligo di tampone per tutti i passeggeri. Soluzioni che però che al momento sembrano essere di là da venire.