(Teleborsa) - La
produzione di acciaio in Italia nel 2020, dopo il crollo superiore al 40% registrato tra marzo e aprile, ha
recuperato parzialmente fino a raggiungere, a fine agosto, un
totale di 12 milioni e 755 mila tonnellate, in calo del 17% rispetto ai primi otto mesi del 2019.
Sulla base di questi dati riassuntivi, presentati dal segretario generale
Flavio Bregant, e sulle prospettive future si è aperta oggi a Milano l'
assemblea generale di Federacciai, introdotta dalla relazione del presidente
Alessandro Banzato, cui sono seguiti gli interventi di
Alessandra Todde, sottosegretario allo Sviluppo Economico, e di
Carlo Bonomi, presidente Confindustria.
All'associazione fanno riferimento
130 aziende con 70mila dipendenti, che realizzano e trasformano il 95% della produzione siderurgica italiana. Aziende che hanno cercato di salvaguardare il più possibile i livelli occupazionali in questa fase. A risentire della flessione del mercato soprattutto i produttori legati al settore automotive. A tale riguardo, Federacciai auspica che gli
incentivi statali siano rivolti a finanziare il segmento delle "euro 6", non solo l'ibrido o l'elettrico che fa riferimento a produttori stranieri extraeuropei.
Da Banzato e Bonomi la richiesta di rifinanziamento da parte del governo del programma "
industria 4.0" e l'invito a convocare un tavolo di lavoro per stendere un piano di sviluppo futuro sull'acciaio, materiale riciclabile all’infinito e dunque strategico in ottica
Green Economy, che passerà necessariamente attraverso la decarbonizzazione. A ciò si lega la proposta di inserire negli appalti pubblici clausole che premiano l'uso di acciaio riciclato.