Facebook Pixel
Milano 10:05
34.779,7 +0,06%
Nasdaq 27-mar
18.280,84 0,00%
Dow Jones 27-mar
39.760,08 +1,22%
Londra 10:05
7.955,49 +0,30%
Francoforte 10:05
18.498,03 +0,11%

Coronavirus in Italia, ancora record di contagi e 446 morti

Mai così tanti da aprile Alert di Walter Ricciardi su situazione ospedali

Economia, Salute e benessere
Coronavirus in Italia, ancora record di contagi e 446 morti
(Teleborsa) - Continua a crescere, purtroppo, la curva dei contagi nel nostro Paese. Oggi, venerdì 6 novembre, giorno in cui entra in vigore il nuovo DPCM che divide l'Italia in tre fasce (rosse, arancioni e gialle) si registrano 37.809 nuovi positivi a fronte di 234.245 tamponi (ieri erano stati 34.505 con 219.884 tamponi).



Stabile, anche se alto, il numero delle vittime 446 (ieri erano stati 445). Mai così tanti dallo scorso aprile. Con 10.586 dimessi/guariti in più nelle ultime 24 ore, gli attualmente positivi salgono ancora a quota 499.118. Da record Lombardia con quasi 10 mila nuovi positivi (+9.934), Piemonte (+4.878) e Campania (+4.508)

"Senza consistenti limitazioni dei movimenti e senza un cambio sostanziale delle nostre abitudini di vita la convivenza con il virus fino al vaccino è destinata ad un clamoroso fallimento". Lo ha detto il Ministro della Salute, Roberto Speranza, nell'informativa di questa mattina alla Camera. In Europa, ha aggiunto, "sono 294.622 le persone che non sono riuscite a sconfiggere il virus, i casi confermati sono 11.863.793 e c'è un contagiato ogni 37 persone, un dato impressionante".

"La fascia gialla? E' una fascia comunque pericolosa. Faccio l'esempio di Napoli, che è all'interno di una regione gialla, la Campania. Io già due o tre settimane fa avevo detto che andava chiusa, l'area metropolitana di Napoli è un'area a rischio". Lo ha detto a Rai Radio1, Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza e professore di Igiene generale all'università Cattolica, sottolineando che "la situazione degli ospedali è drammatica più o meno in tutta Italia, in certi casi è veramente tragica", "nel senso che non riusciamo a ricoverare più pazienti, quelli che arrivano in ospedale sono un'altra volta quelli gravi o gravissimi, molti devono rimanere a casa. Le terapie intensive non sono l'indicatore migliore in questo momento, perché fortunatamente li sappiamo intercettare prima e curare meglio. Quindi sono i posti letto normali che si stanno saturando".
Condividi
```