(Teleborsa) -
Nuova tegola sul
Recovery Fund con le risorse a rischio
slittamento. "Chiedo a tutti, nell'UE, di essere responsabili, non è tempo di veti ma di
agire velocemente ed in uno
spirito di solidarietà. In caso di blocco, gli
europei pagherebbero un
prezzo alto. Restiamo impegnati a risolvere le
questioni" pendenti
"al più presto". Questo
"l'appello" del Ministro degli Affari europei tedesco e Presidente di turno del Consiglio Ue,
Michael Roth, prima della videoconferenza Affari generali, commentando quanto avvenuto ieri alla riunione degli ambasciatori dei 27, dove i rappresentanti di
Ungheria e Polonia hanno messo il veto su
Bilancio europeo e Recovery Fund.Si dice dispiaciuta e delusa
Irene Tinagli, Presidente della Commissione Affari economici del Parlamento europeo, su
La Stampa, sperando però "che la
partita non sia chiusa: Polonia e Ungheria devono rendersi conto che più che un dispetto all'Europa fanno un danno ai loro cittadini che sono tra i principali beneficiari dei fondi Ue". Per questo, invita l'Ue a pensare a "soluzioni innovative", un Piano B per uscire dall'impasse che blocca il
Recovery fund; inoltre suggerisce di valutare un'estensione di SURE per tamponare nei prossimi mesi gli impatti economici dell'emergenza coronavirus. "Non si può cedere alla retorica dei sovranisti, non solo polacchi e ungheresi, per cui l'Ue è un bancomat dal quale prendere soldi solo quando fa comodo - osserva - l'UE è
un'unione di valori basata sul rispetto di
alcune regole comuni". Sul
Recovery "abbiamo proposto per esempio di
aumentare al 20% l'anticipo ai governi perché molti Stati arriveranno al pagamento della prima tranche in serie difficoltà e quindi è giusto concedere maggiori risorse per avviare subito riforme e investimenti. Nel nostro testo manca il famoso freno d'emergenza che dà a un singolo Paese il potere di congelare i fondi a un altro, perché pensiamo che la 'governance' dovrebbe essere più comunitaria possibile. E per quanto riguarda le condizionalità crediamo serva più flessibilità". "Bisogna però essere seri e soprattutto proporre decisioni condivise con altri Stati: considerato che abbiamo ancora aperto il negoziato sul Recovery occorre fare attenzione alle
fughe in avanti - dice - io ho suggerito di riflettere su una possibile estensione di Sure. È uno strumento efficiente, necessario e di grande successo. Si potrebbe valutare se e come rafforzarlo in attesa del Recovery". Mentre sul Mes è "difficile capire il vero motivo" per cui non è utilizzato. D'altronde al momento
molti Stati non sembrano inclini a chiedere neppure i prestiti del Recovery, quindi potrebbero esserci altre considerazioni".
"Lavoreremo nelle prossime ore e nei prossimi giorni con tutte le parti coinvolte per trovare una
soluzione e credo che la troveremo": queste le parole del Ministro degli Esteri Heiko Maas a proposito dell'ostruzionismo di Polonia e Ungheria sul bilancio pluriennale e sul Recovery Fund. "Abbiamo bisogno di un
a soluzione veloce e sono sicuro che l'avremo" ha proseguito.
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