(Teleborsa) - Non dovrebbero più essere 21, ma
soltanto 5, gli
indicatori in base ai quali si decide il
rischio di contagio nelle regioni italiane, e quindi il colore delle stesse. Ad affermarlo è la
Conferenza delle Regioni che si è riunita ieri per proporre al premier Conte nuovi parametri per le decisioni sulle restrizione, in quanto i 21 oggi in uso appaiono "inadeguati" e quindi "da rivedere" agli occhi dei governatori.
La richiesta delle Regioni è stata però stata bocciata in serata dal
ministro della Salute Roberto Speranza: "Avere più indicatori significa avere una
fotografia più completa e larga - ha detto il ministro - Questi 21 indicatori li usiamo da maggio e ci hanno aiutato a leggere l'epidemia, dopo di che il dialogo con le regioni è sempre aperto, ma 21 criteri significa avere fotografia più affidabile, oggi
questo è il modello che abbiamo e dobbiamo rispettarlo".
I cinque indicatori proposti dalle regioni sono: la percentuale di
tamponi positivi escludendo tutte le attività di screening e re-testing degli stessi soggetti, un
Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata Iss, il tasso di
occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva per pazienti Covid e quello dei posti letto totali per pazienti-Covid oltre alla possibilità di garantire
adeguate risorse per contact-tracing, isolamento e quarantena e il numero, tipologia di
figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracing.
"L'obiettivo è quello di avere a disposizione dei
parametri subito disponibili da parte delle Regioni, che devono essere il frutto di un confronto con la parte tecnico-scientifica sia a livello nazionale che regionale. Confronto che deve essere da supporto per la decisione finale che non può che essere di carattere politico", aveva sottolineato a fine incontro il presidente della Regione del Friuli Venezia
Massimiliano Fedriga. Guardava già ai prossimi provvedimenti del Governo il governatore della Liguria
Giovanni Toti. "Il
3 dicembre scade anche il Decreto del Presidente del Consiglio che regola attualmente il contrasto al Covid.
Prima di rinnovare il provvedimento occorre stabilire un meccanismo di condivisione delle decisioni poi efficiente e comprensibile per i cittadini. Oggi le istituzioni devono lavorare insieme, evitando le troppe polemiche e i giudizi sommari di questi giorni".
Intanto, le prime regioni a cui sono state imposte le restrizioni più severe saranno anche le prime a essere sottoposte a una
nuova valutazione, dal
20 novembre. Le prime a essere dichiarate rosse, ovvero
Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle d'Aosta ed Alto Adige (Provincia autonoma), potrebbero quindi sperare in un allentamento delle misure, se non in tutto il territorio regionale almeno in alcune province.