(Teleborsa) - “Il bilancio di esercizio si è chiuso con un risultato netto di
4,79 miliardi di euro, in aumento del 38,7% (+1,33 miliardi di euro) rispetto al risultato dell’esercizio precedente per effetto essenzialmente della variazione positiva dei proventi da partecipazioni e dei ricavi delle vendite e dei servizi; il
patrimonio netto si è attestato a 29,58 miliardi di euro, in aumento del 5,9% rispetto al corrispondente dato del 2018 per la suddetta variazione positiva e la distribuzione dei dividendi”.
Sono alcuni tra i dati finanziari riportati nella Relazione sulla gestione finanziaria 2019 di
Enel approvata dalla Sezione controllo enti della Corte dei conti con determinazione n. 105/2020.
“Il
bilancio consolidato – si legge nella relazione – si è chiuso con un risultato netto complessivo di 3,47 miliardi di euro (di cui 2,17 miliardi di euro di pertinenza del Gruppo e 1,30 miliardi di euro di pertinenza di terzi) a fronte dei 6,35 miliardi di euro (-45,3%) del 2018, in dipendenza soprattutto della diminuzione dell’utile di esercizio del Gruppo per l’incremento, tra i costi, della voce ammortamenti e perdite di valore; il patrimonio netto del Gruppo si è attestato a 30,37 miliardi di euro, in flessione (-4,2%) rispetto al 2018 per effetto del mutamento del perimetro di consolidamento”.
L’
indebitamento finanziario netto del Gruppo ENEL si è attestato, alla fine dell’esercizio, a
45,17 miliardi di euro, in aumento rispetto all’esercizio precedente (41,08 miliardi di euro), principalmente per l’aumento dei prestiti obbligazionari e dei debiti verso altri finanziatori solo parzialmente compensato dalla variazione della cassa e dei crediti finanziari. Sostanzialmente dimezzato, rispetto al precedente esercizio, il costo delle consulenze assegnate nel 2019.
La Corte evidenzia, inoltre, che la
partecipazione del
Ministero dell’economia e delle finanze è pari al 23,585% del capitale sociale di Enel S.p.A. La società annovera, poi, un elevato numero di azionisti, con un flottante che ammonta al 76,4% circa in capo al mercato (investitori istituzionali, italiani ed esteri, nonché circa 700.000 risparmiatori individuali, i quali possiedono una quota complessiva pari al 16,1% circa del capitale).