(Teleborsa) - Riforma sul trattata sul
MES e introduzione del "
backstop" per il
Fondo di risoluzione unico per le banche. Saranno questi i dossier all'ordine del giorno della riunione in videoconferenza del 30 novembre dell'
Eurogruppo in versione inclusiva, cioè con la partecipazione anche dei ministri delle Finanze di tutti gli Stati membri.
Alcune indiscrezioni parlano di un esito positivo sui due punti, dopo uno stallo che va avanti da circa un anno. L'Italia è uno dei Paesi che si è presentato più scettico sulla riforma del
meccanismo salva-Stati visto l'ostruzionismo del
M5S. In questi mesi da Bruxelles sono state elaborate alcune "linee guide" su aspetti tecnici ma il testo del trattato sul MES non ha subito alcuno modifica rispetto a quello concordato.
Una volta che ci sarà il via libera dell'Eurogruppo, il nuovo trattato potrà essere firmato dai governi a
gennaio 2021, mentre il processo delle
ratifiche nazionali dovrebbe concludersi entro la fine del prossimo anno. per poi dare inizio al processo delle ratifiche nazionali che potrebbe concludersi entro la fine del 2021.
Per quel che riguarda il
"backstop" comune, invece, la decisione di affidare al MES il compito di costituire una rete di sicurezza finanziata dagli Stati per il Fondo unico di risoluzione per le banche (che è finanziato invece dallo stesso settore bancario dell'Ue) era stata presa già nel 2018, almeno in linea di principio. Ma per la decisione definitiva su questo dispositivo di "
condivisione dei rischi" si era deciso di attendere un
rapporto di
valutazione della "riduzione di rischi" nel sistema bancario, che doveva essere completata entro il 2020. Il rapporto ora è pronto e ha mostrato esito positivo all'iniziativa e sarà discusso all'Eurogruppo.
Sulla base di questa valutazione i ministri delle Finanze decideranno sul via libera al "backstop": sul tavolo c'è la possibilità di anticiparne l'
entrata in funzione all'inizio del 2022. Originariamente, l'accordo politico del 2013 sul Meccanismo unico di risoluzione per le banche, poi entrato in vigore nel 2016, aveva previsto che il backstop – non ancora affidato al MES – entrasse in funzione "entro la fine del 2023".
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