(Teleborsa) - Nonostante i passi avanti nei negoziati e il dialogo costante tra
Michel Barnier e David Frost, i capi negoziatori rispettivamente di Unione Europea e Regno Unito, la
Francia e altri Paesi europei potrebbero
mettere il veto sugli accordi sulla
Brexit,
se questi non saranno soddisfacenti.
L'insoddisfazione della Francia, appoggiata da
Belgio, Paesi Bassi e Danimarca, nasce dal fatto che Barnier ha
respinto una richiesta degli ambasciatori di
vedere le parti chiave del testo prima che sia finito, con alcuni ambasciatori che pensano si stia
accontentando eccessivamente il Regno Unito e che avranno troppo
poco tempo per esaminare qualsiasi accordo nei dettagli, secondo quanto riporta Bloomberg. Una volta concluso l'accordo, i leader dell'UE devono infatti approvarlo all'unanimità affinchè abbia effetto.
Durante una riunione tra Barnier e gli ambasciatori UE, alcuni Paesi avrebbero fatto emergere la possibilità di
non raggiungere alcun accordo entre fine anno e che i
negoziati potrebbero riprendere nel 2021, anche se ciò significherebbe la reintroduzione di tariffe e quote dopo la fine del periodo di transizione, il 31 dicembre. Barnier avrebbe sottolineato che il suo ruolo nei negoziati terminerà quest'anno e che quindi un nuovo team dovrebbe riprendere i colloqui nel nuovo anno.
Un nodo cruciale è quello della pesca, rimangono distante le posizioni sull'
accesso alle acque britanniche e sulle
quote, oltre a come gestire le controversie. Un primo punto di disaccordo è il fatto che il Regno Unito voglia un
accordo annuale, mentre la Francia e altri Paesi si oppongono alla richiesta. Inoltre, l'UE chiede di includere nell'accordo l'accesso alle acque da 6 miglia a 12 miglia dalla costa britannica e regole chiare sulle quote di pesca sulle oltre 100 specie che vengono pescate nelle acque britanniche.