(Teleborsa) - Il
PIL italiano diminuirà dell'8,9% nel 2020, mentre
rimbalzerà del 4% nel 2021, secondo le ultime stime dell'
ISTAT diffuse oggi. Rispetto a giugno, c'è stata una
revisione al ribasso delle previsioni per il PIL pari a 0,6 punti percentuali per entrambi gli anni, da -8,3% nel 2020 e +4,6% nel 2021 a -8,9% e +4,0%.
Quest'anno la caduta del PIL sarà determinata prevalentemente dalla
domanda interna al netto delle scorte (-7,5 punti percentuali); anche l’apporto della
domanda estera netta e della variazione delle scorte risulterebbero negativi (rispettivamente -1,2 p.p. e -0,2 p.p.). Nel
2021, il
contributo della domanda interna tornerebbe positivo (+3,8 p.p.), cosi come quello della domanda estera netta (+0,3 p.p.) mentre le scorte fornirebbero un marginale contributo negativo (-0,1 p.p.).
Nel biennio di previsione, l
’evoluzione in termini reali della spesa delle famiglie e delle ISP (istituzioni sociali private senza scopo di lucro) e quella degli investimenti registrerebbero una forte contrazione nell’anno corrente (rispettivamente -10,0% e -10,1% nel 2020) con un incremento del 4,5% e del 6,2% nel 2021; la spesa delle AP aumenterebbe con intensità differenziate nei due anni (+2,0% e +0,1%).
L’evoluzione dell’input di lavoro, misurato in termini di
unità di lavoro (ULA), seguirebbe quella del PIL, con un’ampia riduzione nel 2020 (
-10,0%) e una ripresa parziale nel 2021
(+3,6%). L’andamento del mercato del lavoro risentirebbe del processo di ricomposizione tra disoccupati e inattivi oltre che della progressiva normalizzazione dei provvedimenti a sostegno dell’occupazione. Nell’anno corrente il
tasso di disoccupazione diminuirebbe (-9,4%) per poi tornare a crescere nel 2021 (+11%).
Nel 2020, le
esportazioni di beni e servizi, pure se in graduale recupero, si dovrebbero
ridurre del 16,4% e le importazioni del 14,0% mentre per il prossimo anno la progressiva ripresa del commercio mondiale è attesa condizionare positivamente sia le esportazioni sia le importazioni (rispettivamente +10,2 e +10,0%), pur senza compensare le perdite registrate nel 2020.