(Teleborsa) - Il
debito pubblico cresce ancora a
livelli mai raggiunti in passato. A fine
ottobre, secondo la
Banca d'Italia, il
debito delle amministrazioni pubbliche era pari a
2.587 miliardi, in
aumento di
3,2 miliardi rispetto al
mese prima.Il
fabbisogno del mese (9,9 miliardi) "è stato solo parzialmente compensato dalla riduzione delle
disponibilità liquide del Tesoro (-6,1 miliardi, a 78,4) e dall'effetto degli scarti e dei
premi all'emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e della variazione dei tassi di cambio (che hanno complessivamente ridotto il debito di
0,6 miliardi)".Il debito delle
amministrazioni centrali in particolare è aumentato di
3,4 miliardi, mentre quello delle
amministrazioni locali è diminuito di 0,2 miliardi. Il
debito degli enti di previdenza è rimasto sostanzialmente stabile. Alla fine di ottobre la vita media residua del debito era pari a 7,4 anni, da 7,2 anni di settembre. La quota del debito detenuta da
Bankitalia è aumentata di 0,4 punti percentuali, al 20,9%.
Nel
mese di ottobre, osserva
Via Nazionale, le
entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 33 miliardi, in diminuzione del 15,5% (-6,1 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2019. Il calo "riflette quello delle
imposte dirette connesso, tra l'altro, con la diversa calendarizzazione delle scadenze per il versamento delle imposte autoliquidate da parte dei contribuenti soggetti agli Indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA)".
Nei
primi 10 mesi dell'anno le entrate sono state pari a
321,1 miliardi, in diminuzione del 6,7% (-23,2 miliardi) rispetto allo stesso periodo del 2019.