(Teleborsa) - Il Ministero pubblico della Confederazione svizzera ha accusato
Credit Suisse di essere coinvolta nel
sospetto riciclaggio di denaro portato avanti da
ex clienti bulgari dell'istituto bancario. "Credit Suisse è accusata di
non aver adottato tutte le misure organizzative ragionevoli e necessarie per prevenire il riciclaggio di beni appartenenti e sotto il controllo dell'organizzazione criminale", ha affermato in una nota il Ministero pubblico della Confederazione.
Il
Tribunale penale federale svizzero può infliggere una
multa massima di 5 milioni di franchi, circa
4,6 milioni di euro, oltre alla confisca di utili. "
La banca respinge le accuse di presunte carenze organizzative e difenderà risolutamente la propria posizione", ha detto Credit Suisse in una nota, continuando difendere la propria posizione e quella della ex manager dopo
12 anni di procedimento penale.
Da febbraio 2008 il Ministero pubblico della Confederazione porta infatti avanti nei confronti di ex clienti bulgari di Credit Suisse un procedimento penale per sospetto riciclaggio di denaro. Successivamente l'indagine, i cui
fatti risalgono agli anni dal 2004 al 2008, è stata estesa a due ex collaboratori di Credit Suisse, e a partire dal 2013, anche alla banca a causa di presunte carenze organizzative. Dopo anni di procedimento, nel corso del quale diverse accuse sono state archiviate mentre altre sono cadute in prescrizione, oggi il Ministero pubblico della Confederazione
ha promosso l’accusa, fra l'altro nei confronti della banca e di una ex collaboratrice, mentre ha fermato le indagini nei confronti del secondo ex collaboratore.