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Covid, CGIA: nel 2020 le PMI hanno perso 420 miliardi di fatturato

I giganti del web, invece, lo hanno visto aumentare del 17% nei primi sei mesi

Economia
Covid, CGIA: nel 2020 le PMI hanno perso 420 miliardi di fatturato
(Teleborsa) - 420 miliardi di euro. A tanto ammonta la perdita di fatturato registrata quest’anno dalle imprese italiane a causa del Covid. La stima è stata elaborata dall’Ufficio studi della CGIA.

“Al netto delle misure a sostegno della liquidità e agli effetti dello slittamento delle scadenze fiscali – denuncia il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo - il Governo quest’anno ha stanziato 29 miliardi di euro di aiuti diretti alle imprese colpite dalla pandemia. Ciò vuol dire che a fronte di un crollo del fatturato dell’intero sistema economico del nostro Paese di circa 420 miliardi di euro, il tasso di copertura ha sfiorato il 7 per cento. Un impatto insignificante, sebbene in termini assoluti l’importo complessivo delle misure messe in campo a sostegno delle attività economiche abbia la dimensione di una Finanziaria”.

L'Ufficio studi della CGIA precisa che "il fatturato totale delle imprese in Italia è pari a poco più di 3.100 miliardi di euro. Con una perdita dei ricavi relativa al 2020 che dovrebbe aggirarsi attorno ai 420 miliardi, la contrazione rispetto al 2019 sarebbe del 13,5 per cento. Di tutt’altro segno, invece, i risultati ottenuti dalle multinazionali del web presenti nel nostro Paese. In attesa del dato annuale, secondo l’area studi di Mediobanca, nel primo semestre del 2020 il fatturato dei big digitali è aumentato del 17 per cento: un vero e proprio boom".

“E’ comunque necessario precisare – dichiara il Segretario della CGIA Renato Mason - che alle PMI che hanno subito i contraccolpi più
negativi della crisi, ovvero quelle che hanno dovuto chiudere per decreto, i ristori erogati dall’Esecutivo hanno coperto mediamente il
25 per cento circa del calo del fatturato. Le misure di sostegno al reddito approvate da Governo Conte, infatti, sono andate in
larghissima parte alle attività che hanno registrato un crollo del giro di affari di almeno il 33 per cento rispetto al 2019. Resta il fatto che
anche per queste realtà gli aiuti economici sono stati insufficienti”.

Le filiere più in affanno. Escludendo gli alberghi, i ristoranti, i bar, le pasticcerie e tutte le attività che ruotano attorno al settore del turismo, la CGIA elenca le aree economiche maggiormente colpite dalla crisi.
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