(Teleborsa) - Il
vaccino di Moderna, l'azienda americana concorrente di
Pfizer, ha ricevuto
l'OK dell'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), dopo il via libera ottenuto dall'
autorità europea EMA il giorno dell'Epifania. L'autorizzazione all'immissione in commercio ed all'utilizzo nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è stata concessa al vaccino
considerato "sovrapponibile" con quello di Pfizer-
BionTech quanto a formulazione - entrambi
a base di RNA - ed effetti (sicurezza ed efficacia).
Se dal punto di vista della
formulazione i due vaccini americani sono
analoghi - entrambi puntano alla produzione di proteine di coronavirus tali da attivare il sistema immunitario e favorire una risposta - dal
lato operativo vi sono alcune
differenze in primis la
conservazione che per il vaccino di Moderna è stabile fra +2 e +30 gradi per 30 giorni, mentre per Pfizer deve essere conservato a temperature glaciali sino alla somministrazione. Differenze anche per
somministrazione e destinatari: il vaccino di Moderna è già
pronto all'uso senza necessità di diluizione come per quello di Pfizer; le due dosi saranno somministrate ad una distanza di
28 giorni per il rimedio di Moderna e 21 giorni per quello di Pfizer; la somministrazione è indicata per le
persone sopra i 18 anni per Moderna e sopra i 16 per Pfizer; l'immunità viene raggiunta a due settimane dalla somministrazione della seconda dose nel primo caso e ad una settimana nel secondo.
Campagna vaccinazioni avanti tuttaLe vaccinazione stanno procedendo, anche se non uniformemente sul territorio nazionale, ed hanno già
superato la soglia delle 400mila somministrazioni, secondo quanto riferito da fonti di Palazzo Chigi. In particolare 247 mila dosi sono stato somministrate a donne e 153 mila a uomini.
Obiettivo è vaccinare tutti entro l'autunnoL'obiettivo delle autorità italiane è "vaccinare tutti gli italiani che lo vorranno entro il prossimo autunno". Lo ha affermato ieri il Commissario straordinario per l'emergenza,
Domenico Arcuri, ricordando che per raggiungere questo risultato occorreranno tre componenti: un
quantitativo di dosi sufficiente, un
piano logistico di distribuzione efficiente,
personale adeguato alle esigenze di somministrazione.
"Noi non produciamo vaccini, facciamo il tifo perché il massimo numero di aziende farmaceutiche possano essere autorizzate al commercio dei loro prodotti dalle autorità", ha poi commentato il Commissario, aggiungendo che "per somministrare il primo vaccino nelle pandemie precedenti ci vollero almeno 8 anni".