(Teleborsa) - La Sezione di controllo sugli enti della
Corte dei Conti ha approvato la
relazione sulla gestione finanziaria di Eni per l’esercizio 2019, rilevando una
contrazione dei risultati e la necessità di continuare a
monitorare gli sviluppi del business, condizionato dalla crisi petrolifera globale, a dispetto delle
misure di rafforzamento della liquidità e patrimoniale poste in essere dal Gruppo.
I risultati di Eni - spiega la Corte – "sono maturati in un contesto operativo e di mercato caratterizzato dal
rallentamento del ciclo macroeconomico globale, nonché da sviluppi geopolitici avversi che hanno aumentato l’incertezza negli operatori, condizionando in alcune aree specifiche in modo diretto la performance dell’Eni".
Il Gruppo - aggiunge - "ha rivisto a più riprese i piani industriali e i programmi operativi mettendo in campo un
insieme di azioni finalizzate a
rafforzare la liquidità e la struttura patrimoniale,
difendere la redditività e aumentare la
resilienza allo scenario in attesa di tornare a crescere, accelerando nel contempo l’evoluzione del business in chiave low carbon".
I risultati del 2019 Nel 2019, a fronte di un contesto difficile per il mercato petrolifero, Eni ha riportato un
utile netto di 2.978 milioni di euro, in diminuzione di 195 mln rispetto al 2018, scontando una riduzione del risultato operativo (-1.844 milioni) e maggiori oneri di imposta (387 milioni). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dai maggiori proventi netti su partecipazioni (1.988 milioni).
L'utile netto di competenza è sceso a
148 milioni ed il
patrimonio netto a 41.636 milioni, in diminuzione del 2,3% rispetto al 2018.
La flessione ha interessato anche
l’utile netto del Gruppo, sceso a
155 milioni di euro a fine 2019 ed il suo
patrimonio netto diminuito
a 47.839 al 31 dicembre 2019.
Necessità di monitorare sviluppi 2020Per la Corte, "ulteriori sviluppi negativi, da
monitorare attentamente per l’impatto sui risultati operativi e sul cash flow dell’Ente, si osservano nel
primo semestre 2020".
Nel periodo - ha ricordato - si è registrata "una riduzione media del 40% rispetto al primo semestre 2019 del prezzo del Brent di riferimento del petrolio e una flessione media del 50% del prezzo del gas naturale".