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Alle medie imprese italiane servono 175 miliardi di euro per ricapitalizzarsi post-Covid

Il rappoto dell'Associazione per i mercati finanziari in Europa (AFME) e PwC

Finanza
Alle medie imprese italiane servono 175 miliardi di euro per ricapitalizzarsi post-Covid
(Teleborsa) - Le medie imprese italiane avranno bisogno di 175 miliardi di euro per ricapitalizzarsi ed essere sicure di rimanere a galla dopo il Covid-19, secondo un rapporto dell'Associazione per i mercati finanziari in Europa (AFME) e PwC. Le medie imprese rappresentano il 98% di tutte le società private in Italia e tendono a optare per prestiti bancari invece di obbligazioni o azioni come mezzo per raccogliere finanziamenti - sottolinea il report -, rappresentano il 65% di tutte le società italiane quotate e hanno raccolto 0,3 miliardi sul totale di 30,7 miliardi di euro di azioni emesse in Italia nel primo semestre 2020.

Se si considera l'intera Europa, la ripresa economica è minacciata dalla presenza di un gap di capitali propri fino a 600 miliardi di euro, nonostante le importanti misure di sostegno pubbliche adottate e il capitale privato messo a disposizione in tutto il Vecchio Continente a sostegno delle economie durante la pandemia. Il report "Ricapitalizzazione delle aziende UE post COVID-19" afferma inoltre che il 10% delle società europee ha riserve liquide per durare solo sei mesi.

"Se ulteriori debito e sostegno statale hanno garantito alle imprese europee il salvataggio a breve termine, ora dobbiamo andare oltre il bridge finance a breve termine e puntare al rilancio e alla ripresa a lungo termine", ha detto Adam Farkas, amministratore delegato di AFME. "Saranno necessari fonti e tipi alternativi di finanziamenti per aiutare a mitigare il fardello di debito crescente, consentendo al contempo di investire nel loro futuro. È qui che i mercati azionari e ibridi possono svolgere un ruolo cruciale nel sostenere la ripresa europea", ha aggiunto.

Per rinforzare i mercati di capitale a sostegno delle aziende nella fase di ripresa, l’AFME ha formulato una serie di proposte. In primo luogo bisognerebbe introdurre un nuovo strumento ibrido di portata europea, specificamente concepito per il settore delle imprese, magari sotto forma di un nuovo strumento azionario privilegiato. In secondo luogo, occorre incrementare i piani esistenti di sostegno alla ripresa di portata UE, quali il Fondo di garanzia europeo EIF.

Positivo anche replicare le best practice esistenti degli Stati membri in materia di strumenti ibridi, oltre ad accrescere la conoscenza della gamma di strumenti dei mercati di capitale disponibili per imprese di media capitalizzazione e PMI. Secondo l'AFME sarebbe inoltre importante implementare un maggiore utilizzo di strumenti innovativi, quali le azioni di classe doppia, ricalibrare le regole in materia di aiuti di Stato per una crisi sistemica e accelerare le misure di investimento azionario nel quadro del progetto Unione dei mercati di capitale.
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