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Coronavirus, Ue propone la zona "rosso scuro": presenti anche aree dell'Italia

Tra le misure per aggiornare l'approccio comune europeo per gli spostamenti anche l'individuazione di aree con più di 500 infezioni ogni 100mila abitanti.

Economia, Salute e benessere
Coronavirus, Ue propone la zona "rosso scuro": presenti anche aree dell'Italia
(Teleborsa) - Ci sono anche alcune zone dell'Italia nella nuovo zona "dark red" proposta dalla Commissione europea per indicare le aree in cui il virus circola a livelli molto elevati e cioè dove si registrano più di 500 infezioni ogni 100mila persone. A presentare il piano di aggiornamento delle raccomandazioni di Bruxelles per un approccio coordinato alla limitazione della libertà di circolazione in risposta alla pandemia di Covid-19 sono stati questa mattina sono stati i commissari Ue per la Giustizia, Didier Reynders, e per gli Affari Interni, Ylva Johansson.

Alla nuova zona rosso scuro la Commissione suggerisce di applicare nuove misure restrittive. Innanzitutto, si rinnova il suggerimento di scoraggiare fortemente i viaggi non essenziali, soprattutto da e verso quelle aree dove il Covid-19 circola più velocemente fino a quando la situazione epidemiologica non sarà notevolmente migliorata. Inoltre, i Commissari suggeriscono un test prima all'arrivo e la quarantena per coloro che arrivano dalle aree rosso scuro. Il nuovo colore si aggiungerebbe ai colori verde, arancione, rosso e grigio già presenti nella mappa del rischio del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc).

Oltre ad alcuni territori italiani, ha spiegato Reynders, la nuova colorazione riguarda ampie zone del Portogallo e della Spagna e aree francesi, tedesche e dei Paesi scandinavi. "L'accordo di ottobre su un approccio coordinato dell'UE per le restrizioni di viaggio è stato un grande passo avanti nei nostri sforzi per frenare la diffusione del Covid-19 preservando i viaggi essenziali e il funzionamento del mercato unico – ha dichiarato lo stesso Commissario per la Giustizia – La mappa comune e un approccio comune alle restrizioni proporzionate e non discriminatorie devono ancora guidare i nostri sforzi. Ciò di cui abbiamo bisogno ora in vista delle nuove varianti è un coordinamento ancora maggiore e uno sforzo comune europeo per scoraggiare i viaggi non essenziali. Le chiusure delle frontiere non aiuteranno, le misure comuni sì".

"Visto che la capacità di test è aumentata, gli Stati dovrebbero usare di più i test pre-partenza anche nelle aree arancioni, rosse o grigie", ha sottolineato la Commissione nella sua comunicazione in cui precisa che le indicazioni dovrebbero prevedere esenzioni per i transfrontalieri, che per lavoro o motivi di famiglia passano i confini molto spesso, e ai lavoratori del settore dei trasporti.

Da Bruxelles, infatti, arriva l'invito agli Stati membri di evitare la chiusura delle frontiere o il divieto di viaggio generalizzato e di garantire che il funzionamento del mercato unico e delle catene di approvvigionamento non venga interrotto.



(Foto: Lukasz Kobus - © Unione Europea)
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