(Teleborsa) - Nel
2020 l'Italia registra dinamiche dei prestiti alle
imprese specularmente opposte a quelle del
PIL. Nell'anno da poco terminato, a fronte di un calo del
PIL del 9,1%, i
prestiti erogati alle imprese, per effetto delle misure di garanzia adottate, sono infatti cresciuti di circa il
10% (per un
flusso annuo attorno agli
80 miliardi), finanziando il
fabbisogno di liquidità e consentendo anche un
accumulo di depositi a
scopi precauzionali. Più contenuta, invece, la crescita stimata dei
prestiti alle famiglie (+2,2%, per un flusso annuo di 14 miliardi).
Questa la fotografia scattata dal Report
"Le condizioni finanziarie delle imprese italiane", elaborato nell'ambito del progetto MonitorFase3 nato dalla collaborazione tra
Prometeia e
Area Studi Legacoop per testare
l'evoluzione dell'economia e dei
mercati in conseguenza
dell'epidemia Covid-19.L'aumentata domanda di prestiti ha trovato condizioni di offerta favorevoli per effetto di un costo di finanziamento molto contenuto per il settore bancario e un minore rischio percepito
grazie alle garanzie. La forte crescita dei prestiti spinta dalle misure di sostegno alla liquidità delle imprese è evidente in tutti i settori produttivi, ad eccezione di quelli legati al mercato immobiliare (costruzioni e attività immobiliari), probabilmente anche per effetto di operazioni di
cessione di crediti deteriorati. I
settori di attività che hanno aumentato la loro esposizione verso il sistema bancario sono gli stessi colpiti in modo più severo dalla crisi. Al
primo posto, in termini di incremento percentuale, il
settore degli autoveicoli ed altri mezzi di trasporto, seguito dalle attività di
servizi di alloggio e ristorazione, dalle industrie tessili, abbigliamento e articoli in pelle, dalle attività professionali, scientifiche e tecniche.Dal Report emerge che
l'aumento dei prestiti, oltre a coprire il
fabbisogno di breve termine legato all'
attività di impresa, contribuisce a formare un
importante scudo di liquidità precauzionale depositato presso le
banche. Per quanto riguarda, le
imprese cooperative aderenti, il report evidenzia poi come in quasi tutti i settori (esclusi i beni intermedi, il commercio e l'entertainment) il
livello di indebitamento rispetto al patrimonio netto si sia ridotto negli ultimi anni e si collochi su livelli mediamente inferiori a quelli delle società di capitali. Si registra anche una
contrazione della marginalità che, in diversi settori, ha portato ad un
aumento dei tempi medi di pagamento del debito, ma ancora
su livelli non critici.