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Pensioni, rapporto attivi-pensionati migliorato a quota 1,46 nel 2019

Economia
Pensioni, rapporto attivi-pensionati migliorato a quota 1,46 nel 2019
(Teleborsa) - Nel 2019 si è interrota la lunga serie in diminuzione dei pensionati del sistema Italia, che dai 16.004.503 del 2018 sono aumentati fino a 16.035.165 (+30.662 unità). È quanto emerge dall'ottavo rapporto di Itinerari Previdenziali, che fotografava un sistema pensionistico in "discreto stato di salute" a fine 2019, ma che crisi pandemica e un maggiore ricorso ai pensionamenti anticipati hanno poi peggiorato nell'anno appena concluso.

Il numero dei lavoratori attivi regolari che pagano i contributi e le imposte è stato di 23.376.000 nel 2019, il più alto di sempre. Nonostante quota 100 e le altre forme di pensionamento anticipato introdotte o prorogate dalle ultime leggi di bilancio, si è consolidato anche il rapporto occupati e pensionati, che sale fino a 1,4578 (miglior risultato degli ultimi 23 anni).

Il numero di pensionati ha raggiunto quota 16.035.165 unità, mostrando tuttavia un incremento inferiore a quanto ci si aspettasse a seguito dell'entrata in vigore di quota 100, in parte motivabile con la contestuale e numericamente significativa cancellazione di molte pensioni erogate in giovane età, con effetti positivi sul sistema, sottolinea il rapporto di Itinerari Previdenziali. Del totale dei pensionati a fine 2019, il 51,9% è di genere femminile, anche se le donne pensionate diminuiscono rispetto alla rilevazione precedente di 34.133 unità mentre gli uomini aumentano di 64.795.

In merito al rapporto attivi-pensionati, malgrado l'impatto delle misure di anticipo pensionistico introdotte dalla legge di bilancio per il 2019 e l'incremento dei pensionati, ha retto e addirittura è migliorato il rapporto tra occupati e pensionati, che nel 2019 ha toccato quota 1,4578 contro l'1,4521 del 2018. "Un valore, fondamentale per la tenuta di un sistema pensionistico a ripartizione come quello italiano, che non solo rappresenta il miglior risultato di sempre, ma che è anche molto prossimo a quell'1,5 già indicato nei precedenti rapporti come soglia necessaria per la stabilità di medio lungo termine del sistema", sottolinea il centro studi di Itinerari previdenziali.
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