(Teleborsa) - Nell'ultima stesura del PNRR la parte relativa allo
sviluppo del
settore privato è stata "ingiustamente ridimensionata e sottovalutata". È questa la posizione espressa dal Segretario generale di
Confesercenti Mauro Bussoni, in
audizione alla Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame della Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza presso le Commissioni riunite V Bilancio, X Attività produttive e XI Lavoro
"Si tratta di una rimodulazione che non ci trova d’accordo, considerato l’impatto della
crisi pandemica sulle imprese: secondo i dati di Contabilità nazionale, nel 2020 il settore del Commercio,
Alloggio e
Ristorazione è stato quello più colpito dalla recessione pandemica, segnando un crollo del valore aggiunto quasi doppio rispetto alla media nazionale”, ha aggiunto. “Le difficoltà del comparto – ha spiegato Bussoni – sono legate all’eccezionale caduta dei
consumi delle famiglie innescata dalla crisi pandemica, ridotti di 105 miliardi nel 2020. Per il
turismo, invece, si stima una perdita complessiva di circa 90 miliardi di fatturato, con grande sofferenza soprattutto delle città d’arte. Crisi settoriali estese riguardano poi le filiere ricreative e culturali, oggi poste nell’impossibilità di operare”.
“Sono necessari interventi per il
riequilibrio concorrenziale, andato in default per il commercio nel 2020, visto che l’online ha operato in regime di monopolio – ha sottolineato il Segretario Generale dell'Associazione – E anche per quanto riguarda la
rigenerazione urbana, è necessario prevedere sostegni alle imprese di vicinato, che sono il polmone verde della nostra economia distributiva". Confesercenti ha anche auspicato un maggiore impegno verso le
politiche attive del lavoro e la disposizione di efficaci piani di
riconversione per imprenditori, lavoratori e collaboratori che "non avranno più la forza né le condizioni di mantenersi all’interno del mercato"
Confesercenti ha infine sottolineato la sua perplessità in merito all'attenzione riservata dal PNNR alla
formazione definita "carente sotto il profilo della formazione continua sia per i lavoratori subordinati che per gli autonomi. Un tema che sarà particolarmente importante per il mantenimento dei livelli occupazionali appena cesserà il blocco dei licenziamenti”.