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Covid, Intesa Sanpaolo: "Rischio limitato su riduzione supporto BCE"

L'analisi dell'Istituto sul programma pandemico

Economia
Covid, Intesa Sanpaolo: "Rischio limitato su riduzione supporto BCE"
(Teleborsa) - "Il programma pandemico è sempre stato presentato dalla Bce come uno strumento eccezionale e flessibile. Riteniamo che il rischio per il mercato di vedere ridotto il supporto da parte della banca centrale sia molto limitato nel breve termine, mentre questo elemento potrebbe giocare un ruolo più significativo sulla dinamica dei rendimenti nella seconda parte dell'anno, se la ripresa si evolverà in linea con le previsioni". Questo il quadro che emerge dall'analisi sul programma pandemico della Bce di Chiara Manenti, fixed income strategist della direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo.

Il Pandemic Programme – sottolinea l'analista – è inoltre sempre stato presentato dalla Bce come uno "strumento eccezionale per tempi eccezionali". Come specificato in più occasioni dagli esponenti Bce, il "Pepp – rileva Manenti – ha la doppia funzione di assicurare la stabilità dei mercati in modo da poter garantire condizioni di finanziamento favorevoli per tutti e di contrastare l'impatto della pandemia sull'andamento dell'inflazione".

Per capire quali sono le prospettive sull'utilizzo del Pepp, Manenti, analizza in dettaglio come è stato gestito finora il programma di acquisti. "Gli acquisti mensili sotto i due programmi App e Pepp, dopo un picco di oltre 150 miliardi a giugno 2020, sono scesi – si legge nell'analisi – e si sono stabilizzati dall'estate scorsa intorno ad una media di 90 miliardi mensili, corrispondenti ad una media settimanale di acquisti sotto il Pepp di circa 16 miliardi di euro. Se la Bce mantenesse il ritmo degli acquisti su questo livello, la disponibilità del Pepp verrebbe praticamente utilizzata per intero entro fine marzo 2022, attuale data di scadenza del programma".

Lo studio sottolinea la possibilità che gli acquisti della Bce assecondino nel corso d'anno la "stagionalità dell'offerta, in particolare il consistente calo dell'offerta in termini netti tra il primo e il secondo semestre". Secondo le stime di Intesa Sanpoalo "se gli acquisti procedessero a ritmo costante nel corso dell'anno, nel secondo semestre l'offerta netta dopo gli acquisti Bce sarebbe negativa per circa 140 miliardi di euro rispetto ai +70 miliardi del primo semestre". Una dinamica – conclude Manenti – "confermata anche analizzando l'offerta suddivisa tra paesi core e periferici. Non è quindi improbabile che la Bce possa decidere di sovrappesare gli acquisiti in questi prossimi mesi per poi rallentarli, se le condizioni di mercato resteranno stabili, nel finale dell'anno".

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