(Teleborsa) - Arriva dalla
Gran Bretagna un
nuovo allarme sulle mutazioni del
coronavirus. Alcuni scienziati hanno rilevato nuovi cambiamenti genetici definiti
"preoccupanti", riferisce la BBC, della cosiddetta variante inglese del
Covid, individuata per prima nel sud dell'Inghilterra nei mesi scorsi e poi dilagata con un'apparente
maggiore aggressività rispetto al ceppo originario dell'infezione.
Le prime indicazioni in questo senso emergono da uno studio preliminare. Stando ai ricercatori non si può escludere che questa
ulteriore mutazione, se confermata, possa
limitare l'efficacia dei vaccini esistenti, pur senza presumibilmente azzerarla.
Intanto, secondo i dati dell’OMS aggiornati a ieri, lunedì 1 febbraio, il
primo Paese per numero di nuovi positivi giornalieri sono ancora gli
Stati Uniti (oltre 141mila), seguiti da
Brasile (oltre 58mila) e
Regno Unito (oltre 21mila). Altre tre le Nazioni europee nella lista:
Francia (oltre 19mila), il
nostro Paese (oltre 11mila) e
Portogallo (oltre 9mila).
"A livello globale c'è una
notizia incoraggiante: per la
terza settimana consecutiva i casi sono calati", ha detto ieri il direttore dell'Oms,
Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel consueto briefing sul coronavirus. "Tuttavia - ha sottolineato - ci siamo già trovati a questo punto, con i Paesi che hanno riaperto, e le persone hanno abbassate la guardia e il
virus ha ripreso piede.
E' vitale continuare a prendere tutte le precauzioni necessarie per tenere noi e gli altri al sicuro, mentre il programma di vaccinazioni va avanti".