(Teleborsa) - Si è chiuso nella giornata di ieri il
secondo round di consultazioni con il Premier incaricato che mette insieme i tasselli raccolti fin qui e vede l'ultima curva. Anche se non è mancato un
colpo di scena finale. Le fibrillazioni in casa Cinque Stelle costringono, infatti,
Beppe Grillo, al termine dell'incontro con l'ex Presidente BCE, a prendere tempo,
rinviando il voto degli iscritti su Rousseau per evitare la spaccatura.
"Mi ha
dato ragione su tutto, ma domani votare su queste robe no, aspettiamo un attimo - ha detto in un video -. Aspettiamo lui che abbia le idee chiare,
perché lui dirà cosa vuol fare". Ho detto, prosegue Grillo, "
primo non ci deve entrare la Lega perché la Lega di ambiente non ha mai capito una mazza di niente. E lui mi ha dett
o "non lo so, eh vediamo...", sottolinea.
Serve insomma un
altro segnale da parte del premier incaricato, che rassicuri la fronda ribelle del Movimento. Segnale che potrebbe/dovrebbe arrivare, secondo un'interpretazione che circola nel Movimento, quando
Draghi parlerà al Quirinale dopo il giuramento. E, soprattutto, dopo che avrà stilato la
lista dei ministri del nuovo governo. Un governo nel quale Grillo e i vertici del M5S puntano dritti ai temi della transizione ecologica.
Intanto, è arrivata la
replica di Salvini: "Incredibile Grillo. Noi confermiamo il nostro atteggiamento costruttivo, responsabile, positivo e che ci porta a non parlare di ministeri e a non mettere veti".
Semaforo verde a Draghi da
Berlusconi, Zingaretti, Renzi e Salvini. Sulla strada del professore l'unico stop è quello di
Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni. Piena apertura dal leader della
Lega, anche sul fisco: "Non aumenta le tasse. Chiediamo la pace fiscale". Non solo, arriva anche la svolta del Carroccio al Parlamento europeo con il
sì al Recovery. Credito senza condizioni da Berlusconi, che ha guidato la delegazione di Forza Italia alle consultazioni.
"Nessun veto a prescindere" dal
PD. "Con Draghi non abbiamo parlato di rapporti con altri partiti, in particolare con la
Lega siamo e rimarremo forze alternative", dice il Segretario Zingaretti per il quale "
il punto è verificare quale perimetro programmatico e parlamentare il governo dovrà avere, è la
valutazione che deve fare Draghi ed è il cuore di questi colloqui”. Oggi, intanto, altra giornata densa per
Draghi impegnato nei colloqui con le
parti sociali, altro tassello del
puzzle.