(Teleborsa) - Per evitare una riduzione della capacità del settore bancario europeo di finanziare l’economia reale, servono
interventi sulle regole comunitarie, in particolare nella gestione delle crisi delle banche, nel ruolo dei sistemi nazionali di garanzia dei depositi e nella gestione dei crediti deteriorati.
A sostenerlo sono l’
Associazione Bancaria Italiana (ABI) e il Comitato dell’Industria Bancaria Tedesca (GBIC), che hanno chiesto alle istituzioni europee di assumere importanti misure regolamentari di primo e secondo livello per contrastare gli effetti economici. Tra queste richieste rientrano
rimodulare il percorso dell’Unione Bancaria, rifocalizzare il percorso regolamentare verso la finalizzazione di Basilea 3 in Europa e adeguare il
trattamento dei crediti deteriorati alla luce dell’attuale scenario economico.
"Le nuove regole della vigilanza europea - ha commentato
Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Associazione Bancaria Italiana - sono state concepite prima della pandemia, in un contesto completamente diverso dall'attuale: è necessario continuare a insistere nelle sedi europee per correggere tali norme,
valutando deroghe o sospensioni temporanee delle stesse, così da evitare automatismi indesiderati effetti prociclici".
"Per sviluppare ulteriormente il quadro esistente dell’Unione bancaria, non è necessario creare un
nuovo assetto istituzionale. Invece, il rafforzamento del ruolo dei sistemi nazionali di garanzia dei depositi anche all’interno del secondo pilastro dell’Unione bancaria potrebbe portare vantaggi sostanziali", ha dichiarato
Karl-Peter Schackmann-Fallis, che attualmente presiede il GBIC.
ABI e GBIC ritengono che la gestione delle crisi bancarie può essere sviluppata su due livelli: per le banche assoggettabili a risoluzione interverrà l’autorità di risoluzione europea, per le banche dei territori opererà l’autorità di risoluzione nazionale sulla base di regole omogenee. Per quanto riguarda il recepimento delle
regole di Basilea3+, secondo ABI e GBIC il contesto attuale richiede una
sospensione temporanea del processo legislativo atto a recepire le nuove norme da parte dell’Unione Europea.
Tra le richieste contenute nel capitolo dedicato agli
NPL c'è il
congelamento temporaneo del calendario sugli accantonamenti sui crediti erogati dal 26 aprile 2019 e delle aspettative di vigilanza. Nel dettaglio, la proposta è di congelare per un periodo di 24 mesi il calendario degli accantonamenti, onde evitare conseguenze indesiderate ed effetti prociclici. Inoltre, per gli operatori che acquistano crediti deteriorati, le scadenze previste dalla "
NPL backstop Regulation" dovrebbero iniziare solo dalla data di acquisizione della posizione deteriorata.