(Teleborsa) - A contraddistinguere l'inizio del 2021 è la
stagnazione. È quanto ha segnalato l'Ufficio Studi Confcommercio nell'ultimo numero della
Congiuntura Confcommercio. "L’inizio del 2021 - si legge nello studio - è caratterizzato da una completa stagnazione dell’attività economica, frutto, verosimilmente, di una prosecuzione della lenta ripresa della manifattura cui fa da contraltare un peggioramento della già critica situazione dei servizi di mercato. Il risparmio involontariamente accumulatosi presso le famiglie non trova canali adeguati per concretizzarsi in maggiori consumi a causa delle perduranti restrizioni, generando una pericolosa incertezza che mette in discussione l’auspicata ripresa".
Secondo Confcommercio, "la
normalizzazione dell’economia e della vita sociale dipende esclusivamente dalla vittoria sulla
pandemia. Ma bisogna intendersi su cosa significhi sconfiggere il contagio: se le attività economiche e la mobilità dovessero essere vincolate fino alla completa scomparsa del virus, allora forse, potremmo non tornare più alla normalità. Le istituzioni pubbliche dovrebbero esprimersi con maggiore chiarezza al riguardo". "Alla luce di queste considerazioni e delle conseguenti evidenze empiriche, il 2021 si prefigura sempre di più come un anno in cui, pur registrandosi una ripresa, difficilmente si potrà assistere a un significativo recupero di quanto perso nel 2020", ha aggiunto.
In base ai risultati di gennaio 2021 dell’
Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) – pubblicati solo in forma grezza – l’andamento della domanda e le scelte delle famiglie sono state fortemente condizionate dalle
misure imposte per il
contenimento della pandemia. L’indicatore dei consumi registra, nel confronto annuo, un calo del 12,9%, sintesi di riduzioni del 38,0% per i servizi e del 3,1% per i beni. "Come già avvenuto nei mesi precedenti sono i servizi legati alla
mobilità ed alla fruizione del
tempo libero quelli che hanno segnalato gli andamenti più negativi. Per molti segmenti i cali superiori al 50% sono diventati quasi la norma, rendendo sempre più concreta l’ipotesi di dover ricostruire, all’uscita dalla crisi sanitaria, un
sistema produttivo fortemente depauperato. Ricostruzione che non potrà essere immediata", si legge in una nota della Confederazione Generale Italiana delle Imprese, delle Attività Professionali e del Lavoro Autonomo.
"In forte difficoltà continuano a trovarsi anche alcuni segmenti della domanda relativa ai beni, che nel complesso hanno tenuto meglio rispetto ai servizi. In particolare per l’
abbigliamento e le calzature anche la concomitanza con l’inizio dei saldi invernali non sembra aver rappresentato uno stimolo adeguato (-16,4% nel confronto con gennaio 2020). In decisa riduzione continua a risultare anche la domanda di
carburanti (-16%) segmento che risente in misura di rilievo delle limitazioni alla mobilità", conclude.
Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei
prezzi al consumo Confcommercio ha stimato per il mese di
febbraio 2021 un aumento dello 0,2% in termini congiunturali e dello 0,4% su base annua.