(Teleborsa) -
ArcelorMittal non ci sta e propone un nuovo
ricorso contro la chiusura dell'area a caldo dello stabilimento
ex Ilva di Taranto. La multinazionale indiana ha infatti annunciato il deposito del ricorso al Consiglio di Stato,
contro la sentenza del TAR di Lecce, che intimava la
chiusura entro 60 giorni.
Il 13 febbraio scorso, il Tribunale amministrativo di Lecce, dando 60 giorni di tempo per lo spegnimento dell'area a caldo, aveva rigettato i ricorsi presentati da ArcelorMittal e dai commissari straordinari dell'ex Ilva, contro
l'ordinanza del Comune di Taranto risalente al 27 febbraio 2020, che imponeva alla proprietà di individuare
e rimuovere le fonti inquinanti dello stabilimento, adducendo un
"grave danno" alla salute dei cittadini.
Grande preoccupazione è stata espressa da
Federacciai, secondo cui questo atto rischia di
"rallentare il processo di risanamento e rilancio della fabbrica" e creare un grave danno per l'intera filiera siderurgica italiana.
Continuano ad agitarsi i
sindacati per le sorti dei 5mila lavoratori dello stabilimento pugliese, denunciando lo scoppio di una
"bomba sociale" e la trasformazione di Taranto in "una seconda Bagnoli". La questione sarà discussa
domani 19 febbraio anche con il neo Ministro dello Sviluppo economico
Giancarlo Giorgetti, che ha convocato un
tavolo sulla questione ex Ilva.
Frattanto, i Commissari straordinari dell'ex Ilva hanno annunciato l'erogazione di un
"anticipo di competenze" pari a 200 euro per il mese di febbraio, ai
lavoratori in cassa integrazione dello stabilimento di Taranto che ne faranno richiesta. Una decisione che "si auspica possa servire a contribuire ad attenuare il disagio economico dei lavoratori che, stante l'assenza delle specifiche norme di legge, non hanno potuto percepire la consueta indennità integrativa".