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Cina, appello a Usa per ritorno al dialogo: "Via dazi e sanzioni"

Wang Yi: "Basta a soppressione irrazionale delle nostre imprese"

Economia
Cina, appello a Usa per ritorno al dialogo: "Via dazi e sanzioni"
(Teleborsa) - Con l'avvento dell'era Biden, la Cina apre al dialogo e tenta di ricucire i rapporti con l'amministrazione statunitense lanciando un appello alla rimozione di dazi e sanzioni.

"La Cina è, come sempre, aperta al dialogo – ha detto il ministro degli Esteri, Wang Yi, in occasione del forum 'Riportare le relazioni Cina-Usa sulla strada giusta' –. Siamo pronti a una comunicazione sincera con la parte Usa e a impegnarci in un dialogo con l'obiettivo di risolvere i problemi. Speriamo che la parte Usa aggiusti il prima possibile le sue politiche e che tra l'altro rimuova i dazi irragionevoli sulle merci cinesi, revochi le sanzioni unilaterali contro le aziende cinesi, gli istituti di ricerca e formazione e abbandoni il soffocamento irrazionale del progresso tecnologico cinese in modo da creare le condizioni necessarie per la cooperazione Cina-Usa". Wang – secondo quanto ha riportato l'agenzia ufficiale Xinhua – ha, inoltre, sottolineato l'importanza del rispetto reciproco e di non interferire nei rispettivi affari interni. "Speriamo – ha affermato il ministro – che gli Stati Uniti rispettino gli interessi fondamentali della Cina, la sua dignità e il diritto allo sviluppo. Chiediamo agli Stati Uniti di smetterla di denigrare il Partito comunista cinese e il sistema politico cinese". Wang ha, chiesto anche la fine del "sostegno per le parole e le azioni sbagliate delle forze separatiste che puntano all' indipendenza di Taiwan". Dopo lo scontro a tutto campo con l'amministrazione Trump, Pechino chiede ancora agli Stati Uniti di Joe Biden di "smetterla di danneggiare la sovranità e la sicurezza della Cina attraverso affari interni che riguardano Hong Kong, Xinjiang e Tibet". Il ministro degli Esteri ha, poi, illustrato le aree in cui i due Paesi possono cooperare, sottolineando che Pechino continua a sostenere le imprese americane in Cina.

A causa dei timori sulla sicurezza nazionale, Trump aveva deciso di promuovere le sanzioni contro dozzine di società cinesi negli ultimi tre anni, tra cui il colosso delle tlc Huawei, sceso dalla leadership mondiale di smartphone, sia pure solo per un trimestre, al sesto posto nell'intero 2020 sotto il peso delle sanzioni. Il tycoon si era mosso sui reclami di lunga data delle imprese americane per la mancanza di protezione della proprietà intellettuale da parte della Cina, per i requisiti sul trasferimento tecnologico forzato e sul dominio dello Stato nella guida dei mercati. Wang ha anche chiesto agli Stati Uniti, in base al testo diffuso dell'intervento diffuso dal ministero degli Esteri, di sostenere gli studenti cinesi nei loro piani di studio internazionali e di rimuovere le restrizioni a carico di gruppi culturali e media cinesi in America. Sebbene non sia chiaro quali azioni potrebbe intraprendere la nuova amministrazione Usa, il presidente Biden ha mantenuto un tono fermo da quando è entrato in carica circa un mese fa. Ad esempio, in un discorso tenuto venerdì, Biden ha evidenziato agli alleati europei la necessità di "prepararci a una competizione strategica a lungo termine con la Cina".


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