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E' boom delle aste immobiliari: +63,5% nell'ultimo semestre

Soffrono le famiglie e i settori più colpiti dalla pandemia, ma anche gli enti benefici e gli ospedali

Finanza
E' boom delle aste immobiliari: +63,5% nell'ultimo semestre
(Teleborsa) - Se c'è un settore che la pandemia ha fatto proliferare è quello delle aste immobiliari, che non coinvolge solo le abitazioni, ma anche strutture turistiche e perfino gli ospedali. E' quanto emerge dal rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro Studi Sogeea, presentato questa mattina in Senato, che fornisce un termometro della crisi pandemica che ha investito l'Italia ed il mondo intero.

"Il quadro che ne scaturisce è quello di un Paese che fatica tremendamente a uscire dalla crisi notevolmente aggravata dalla pandemia", ha spiegato nella sua relazione Sandro Simoncini, presidente di Sogeea e direttore del Centro studi

La crisi colpisce la casa

Secondo il rapporto il numero delle case sottoposte a vendita forzata in Italia è vertiginosamente aumentato negli ultimi sei mesi (+63,5%): le procedure rilevate a fine 2020 sono infatti 15.146, a fronte delle 9.262 rilevate nel precedente mese di luglio. La stima del valore finanziario delle transazioni è pari a circa 1,5 miliardi di euro, ma tolte le spese per le procedure, si parla di circa 1,4 miliardi destinati alle banche. Un valore che equivale a 430 milioni di euro di introiti per l’Erario, fra l'imposta di registro (160 milioni), l'IVA ed altre tasse (270 milioni).

Circa un terzo delle abitazioni in vendita (5.798 unità) si concentra nel Nord del Paese, che fa segnare un +27,7%, guidato dalla Lombardia, ma è ancora più severo il dato del Mezzogiorno e Isole, dove l’aumento si attesta al 284%. Grave la situazione anche al Centro dove si è verificato un aumento del 64%, guidato dal Lazio. Tra le poche regioni a vantare un saldo negativo ci sono: il Veneto, la Liguria ed il Molise.

Il dato uniforme a livello nazionale dimostra come sia sempre la fascia di reddito medio-bassa a pagare il tributo più rilevante alla crisi: il 66% delle abitazioni all’asta ha un prezzo inferiore ai 100.000 euro, percentuale che sale addirittura fino all’89% se si prendono in esame anche gli immobili appartenenti alla fascia tra 100.000 e 200.000 euro. Nella stragrande maggioranza dei casi, insomma, non si tratta certo di case di particolare pregio.

Il turismo piange

Se le famiglie sono allo stremo, non va meglio per alcuni settori, che hanno subito maggiormente l'impatto della pandemia, come quello turistico e ricreativo.

Il numero degli alberghi all’asta in Italia è aumentato del 7% in sei mesi. Le procedure in corso che riguardano alberghi, bed & breakfast, motel, campeggi e simili sono infatti 128, a fronte delle 120 rilevate all’inizio di Luglio 2020. Quasi il 30% degli immobili oggetto dell’analisi è localizzata nel Nord. La regione italiana con più strutture all’asta però è il Lazio con 16, la Sicilia con 15 e la Sardegna con 13 alberghi in vendita.

Da non sottovalutare la crisi del settore ricreativo, con 8 Teatri messi all'asta.

Dai castelli ai conventi: la pandemia non risparmia nessuno

Dalla rilevazione emerge che sono stati pignorati e messi all’asta anche 4 Castelli e 15 Ospedali, ma il record delle categorie speciali degli immobili pignorati però va alla carità; ci sono ben 17 Conventi messi all’asta.

"Ddifficilmente pensiamo che nella situazione di difficoltà possa trovarsi un ente benefico, socialmente utile o una famiglia nobile. I dati riguardanti le categorie evidenziano come il drastico quadro nazionale sia indirizzato verso quelle difficili condizioni da cui, in questo momento, nessuno può fuggire", sottolinea Sandro Simoncini, presidente di Sogeea e direttore del Centro studi.



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