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IATA, app per passaporto Covid pronta tra poche settimane

Economia, Trasporti
IATA, app per passaporto Covid pronta tra poche settimane
(Teleborsa) - Con le prospettive di uscita dalla pandemia che si fanno più concrete, grazie all'avanzare delle campagne vaccinali, in primavera ed estate è prevista una parziale ripresa del settore aereo. La IATA, l'associazione internazionale del trasporto aereo, prevede comunque che il traffico nel 2021 sarà soltanto la metà di quello pre-pandemia. Per far ripartire in sicurezza il settore, l'associazione di categoria sta lavorando da mesi a un passaporto covid, che potrebbe diventare "pienamente operativo in poche settimane", ha detto oggi Vinoop Goel, direttore regionale per gli aeroporti e le relazioni esterne dell'area Asia-Pacifico della IATA.

"La chiave è la fiducia. I passeggeri devono avere fiducia che i test a cui si sono sottoposti siano accurati e gli consentano di entrare nel Paese", ha dichiarato Goel alla BBC. "E conseguentemente i governi devono essere fiduciosi che i test che i passeggeri dicono di aver fatto siano accurati e rispettino le loro regole", ha aggiunto.

Il pass è di fatto una app, gratuita per i passeggeri, che verifica se i passeggeri si sono sottoposti a un test per il Covid-19, con una garanzia sulla attendibilità dell'ente dove è stato effettuato, o sono stati vaccinati contro il coronavirus. "Stiamo lavorando con diverse compagnie aeree nel mondo" e l'obiettivo è di "partire a marzo", ha chiarito Goel.



Ieri Air New Zealand si è aggiunta alle compagnie che stanno testando l'app sviluppata da IATA. La Singapore Airlines è stata la prima compagnia aerea ad avviare una fase di trial del pass a dicembre e a lei si sono poi accodate Etihad, Emirates e Qatar Airways.

Secondo la IATA, il passaporto Covid sarebbe fondamentale per riaprire le frontiere al turismo in quei Paesi con le regole più stringenti, che al momento impongono lunghe quarantene, e dovrebbe essere digitale, perché un documento fisico sarebbe più facilmente falsificabile. Non tutti i Paesi sono però d'accordo sul formato digitale. "Abbiamo il caso della Corea del Sud che chiede un certificato cartaceo quindi stiamo lavorando con il governo per garantire che anche quelli digitali vengano accettati", ha spiegato Goel.
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