(Teleborsa) - Il
pericolo, adesso, si chiama
varianti. E l'obiettivo dichiarato è cercare di limitare i
danni. A distanza di un anno dalla scoperta del "paziente zero", l
'Italia è ancora nel mezzo della lunga
battaglia contro la
pandemia e i numeri che arrivano dalla curva dei contagi sono tutt'altro che rassicuranti.
Solo ieri nel nostro Paese si sono sfiorati quasi
23mila nuovi contagi con il
tasso di positività che è balzato di 1 punto in 24 ore. Vietato, insomma, abbassare la guardia. In particolare, sono
3 le Regioni "osservate speciali" che provano a correre ai ripari per evitare di scivolare nella temuta zona rossa:
Lombardia (da venerdì 5 marzo in "arancione rafforzato"), E
milia-Romagna e Campania potrebbero ritrovarsi da lunedì nella fascia di massimo rischio. E se un
lockdown generalizzato è l'ipotesi che tutti, al momento, vogliono scongiurare, si procede per
step:
vaccinazione mirata, scuole chiuse e lockdown locali. In netto peggioramento la situazione in
Lombardia con la variante, specie quella
inglese, che fa la voce grossa. Preoccupa in particolare la provincia di
Brescia dove si registra un
sensibile aumento dei casi. Non va meglio in
Emilia-Romagna . La Regione è in fascia arancione ma da giovedì 4 marzo per tre settimane le province di
Bologna e Modena sono entrate in "zona rossa" che potrebbe diventare
colore dominante nel resto della province.
Massima allerta anche in
Campania, regione "arancione" dove il numero dei nuovi contagi non scende da quota duemila. Il presidente Vincenzo De Luca è intervenuto disponendo dal 1° al 14 marzo la sospensione dei servizi educativi per l’infanzia (0-6 anni), la didattica a distanza per tutte le scuole di ogni ordine e grado, anche delle università, mentre si accelera sul
piano di vaccinazione per il personale scolastico. Anche il
Lazio, intanto, rischia di tornare in
zona arancione: decisive le prossime ore.