(Teleborsa) - Il ministro del Lavoro
Andrea Orlando ha assicurato che entro fine mese ci sarà un confronto con le
parti sociali sulla riforma delle politiche attive del lavoro. "Il primo intervento da affrontare – ha detto in audizione alla commissioni Bilancio e Politiche Ue del Senato sul PNRR – è la riforma degli
ammortizzatori sociali nell'ottica dell'universalizzazione delle misure". Un tema che però "non trova uno spazio diretto nelle risorse del PNRR" dove è invece trova spazio la riforma degli strumenti
politica attiva del lavoro sulla quale si baserà l'incontro.
"Attribuisco una grandissima importanza ai passaggi con le forze sociali nella
declinazione del
piano", ha aggiunto il ministro spiegando che non c'è la volontà di stravolgere le indicazioni che sono state date con la stesura del piano inviata alle Camere. "La sostanza credo sia quella – ha precisato – le
modalità saranno affinate con miglioramenti dei meccanismi e con alcuni elementi che possano essere sostenuti dall'evoluzione del quadro europeo", in modo da allineare le scelte italiane a quelle che si prenderanno a Bruxelles. Quanto alla
decontribuzione al
Sud, Orlando ha dichiarato che "ci sono stati i primi passaggi in Ue con esito positivo tanto che ci sono stati i primi passaggi con l'
INPS per autorizzare lo sgravio".
Il ministro del Lavoro in mattinata ha partecipato in videoconferenza anche alla
riunione dei
Ministri UE del Lavoro e delle Politiche Sociali, intervenendo nel dibattito sul
Piano d'Azione per l'attuazione del Pilastro UE sui diritti sociali. "Gli obiettivi del Piano d'Azione sono ambiziosi – ha sottolineato il ministro – e l'impegno dell'Italia è quello di declinarli in target nazionali e lavorare per il loro raggiungimento. Per una
ripresa solida, sostenibile e inclusiva non si può, infatti, non aumentare il tasso di
occupazione, migliorare e aggiornare le
competenze di giovani e adulti e ridurre la povertà".
"A questo fine – ha concluso il ministro – in Italia stiamo lavorando alla riforma degli
ammortizzatori sociali, alle politiche attive del lavoro, agli incentivi alle assunzioni, al rafforzamento dell'assegno di ricollocamento, alla riduzione del
cuneo fiscale. Tra le questioni prioritarie anche il tema della
povertà fra chi lavora per cui ho manifestato sostegno all'iniziativa comunitaria per l'adozione di una direttiva su
salari minimi in Europa".
Nel frattempo,
Cgil,
Cisl e
Uil hanno chiesto al ministro di riaprire il
tavolo di confronto sulla
previdenza. Per i sindacati, infatti, "è necessario e urgente disegnare una riforma strutturale del sistema previdenziale che superi le attuali rigidità e che decorra dal gennaio 2022, alla scadenza di
Quota 100". "La riforma complessiva del nostro impianto previdenziale – spiegano le sigle – dovrà prevedere la possibilità di accesso flessibile alla pensione, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la valorizzazione del lavoro di cura e del lavoro delle
donne", hanno aggiunto sottolineando la necessità di prevedere un meccanismo che tuteli le future pensioni dei
giovani, un maggior potere d'acquisto per i
pensionati oltre alla promozione dell'adesione alla
previdenza complementare.