(Teleborsa) - Nell'ultimo trimestre del 2020 le
imprese lombarde hanno registrato un
-2,3% di
vendite all'estero, un dato in risalita rispetto al -7,9% del terzo trimestre e il -27,3% del secondo. Un risultato che
Assolombarda associa alla ripresa del
commercio internazionale.
“La pandemia ha un avuto un impatto subito drammatico sulla sanità e immediatamente dopo sull’economia – ha dichiarato
Fabrizio Di Amato, Vicepresidente di Assolombarda con delega all’Energia, Centro Studi, Sviluppo delle Filiere e Cluster – generando la paralisi del sistema produttivo, l’interruzione delle catene del valore e degli scambi mondiali. Fortunatamente il commercio globale è tornato ad un valore sopra i livelli pre-Covid già da novembre scorso e le nostre imprese si sono fatte trovare pronte. La loro reattività e resilienza, nonostante le nuove limitazioni, è un chiaro segno di competitività e rappresenta un impulso positivo per questo avvio di 2021 ancora dominato dall’incertezza”.
Il
bilancio complessivo del 2020, ha sottolineato però il Centro Studi dell'associazione, rimane comunque estremamente pesante: sono
13,5 i miliardi di fatturato estero persi in un anno in Lombardia, con una flessione del -10,6% rispetto al 2019. "È una caduta profonda e superiore alla media nazionale (-9,7%) perché qui la pandemia ha colpito prima e con maggior forza, anche nella seconda ondata", ha messo in evidenza Assolombarda in una nota. Tuttavia, la
performance lombarda è sostanzialmente allineata a quella degli altri motori d’Europa ad indicare il grave e diffuso impatto del Covid-19 su tutti i
grandi poli manifatturieri europei: -10,3% Cataluña, -10,6% Auvergne Rhône Alpes, -11,3% Bayern, -7,3% Baden-Württemerg. Tutto ciò trova conferma anche nei dati di
produzione, con un calo annuo che sfiora il -10% sia in Lombardia sia nei benchmark internazionali.
Guardando al
manifatturiero lombardo, si conferma poi la profonda differenziazione per settore: nel 2020 crescono solo i comparti essenziali della
farmaceutica e dell’
alimentare (+7,6% e +1,3%), mentre nel complesso contengono le perdite
elettronica (-4,2%),
apparecchi elettrici (-7,1%),
chimica, (-7,4%) e
gomma-plastica (-9,1%). A soffrire maggiormente, nonostante l’accelerazione positiva nell’ultimo trimestre dell’anno, sono
meccanica,
metalli e
automotive: qui la caduta annua è superiore alla media del manifatturiero e compresa tra il -12% e il -15%. Resta, inoltre, particolarmente critica la situazione del sistema moda che nell’anno perde quasi il 20% delle vendite estere.
“Il mantenimento delle
quote di mercato all’estero delle nostre imprese è fondamentale per proseguire il recupero – ha concluso Fabrizio Di Amato, Vicepresidente di Assolombarda –. Considerando che per il 2020 stimiamo un calo di
PIL del –10% circa a livello lombardo, è fondamentale restare agganciati ai mercati globali. La via principale per tornare a crescere. In questo, la nostra presenza nelle filiere lunghe e nelle nuove
filiere deve essere da traino anche per le piccole e micro-eccellenze italiane che faticano a cogliere l’opportunità dell’estero”.