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Banche, allarme FABI: "Rischio default per 2,7 milioni di imprese e famiglie"

Economia
Banche, allarme FABI: "Rischio default per 2,7 milioni di imprese e famiglie"
(Teleborsa) - Il sindacato dei bancari FABI lancia un allarme per lo scadere a giugno delle moratorie, che potrebbe provocare il default di 2,7 milioni di famiglie ed imprese. La sospensione delle rate, inserita nel Cura Italia per fronteggiare l'emergenza Covid, riguarda quasi 300 miliardi di euro di finanziamenti, circa 198 miliardi concessi a 1,3 milioni di aziende e 95 miliardi erogati a 1,4 milioni di famiglie.



Ma la misura non potrà più essere rinnovata a causa della stretta dell’EBA (Autorità bancaria europea) sulla gestione dei non performing loan, in vigore da gennaio scorso, che ha interessato anche i prestiti "sospesi" con le moratorie e che, secondo le nuove regole europee, vanno classificate come esposizioni deteriorate.

La consequenziale interruzione delle moratorie, non più prorogabili, comporterà che almeno una quota rilevante dei soggetti con le rate attualmente sospese, in assenza di liquidità necessaria a rimborsare gli arretrati, possa essere classificata dalle banche in posizione di default. Secondo FABI, sulla base dei dati della Task force liquidità aggiornati al 10 marzo, la questione riguarda 2,7 milioni di posizioni debitorie di imprese e famiglie clienti di banche che hanno presentato richiesta di sospensione dei pagamenti delle rate sfruttando la possibilità concessa dal decreto legge "Cura Italia".

"Con la crisi attuale è impensabile che imprese e famiglie possano ricominciare a pagare i loro debiti. Il problema è serissimo perché impatta socialmente ed economicamente", ha dichiarato a La7 il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni spiegando che "se fallisse soltanto il 10% di imprese con i prestiti sospesi, in un istante salterebbero centinaia di migliaia di posti di lavoro".

"Identica proroga va chiesta anche per le garanzie statali sui prestiti", ha affermato Sileoni, indicando che "oltre a prorogare la scadenza, come giustamente sostiene Abi, va allungata la garanzia da 6 anni a 15 anni e va applicata anche per prestiti superiori a 800.000 euro, per le grandi aziende".

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