(Teleborsa) - I dati pubblicati dall'
Agenzia nazionale per i servizi regionali (Agenas) hanno segnalato che sia i
ricoveri di pazienti Covid nelle aree non critiche degli ospedali – reparti di Medicina interna, Infettivologia e Pneumologia – sia quelli delle
terapie intensive continuano a rimanere al di sopra delle
soglie di criticità stabilite dalle autorità sanitarie – rispettivamente 40% e 30% – in
crescita entrambe di un punto percentuale dopo una sostanziale stabilità registrata negli ultimi 3 giorni.
Al 21 marzo i pazienti positivi al Covid-19 sono il
42% di quelli ricoverati in Medicina interna, Infettivologia e Pneumologia. In particolare, a livello locale sono
9 le Regioni o Province Autonome che si trovano al di sopra della soglia del 40% individuata dal Decreto del Ministero della Salute e oltre la quale diventa difficile la presa in carico degli altri malati: queste sono
Marche (65%),
Piemonte (59%),
Emilia Romagna (55%),
Lombardia (52%),
Friuli Venezia Giulia (47%),
Puglia (46%),
Abruzzo (45%) e
Umbria (43%). Il
Lazio si attesta invece sul limite del 40%, mentre le situazioni migliori sono quelle riscontrate in Valle d'Aosta (10%) e Sardegna (11%).
Per quel che riguarda le
terapie intensive, invece, la media nazionale è risultata pari al
38%, da quasi due settimane oltre il livello d'allerta fissato. In questo caso sono
12 le Regioni e Province Autonome che hanno oltrepassato la soglia del 30%: si tratta di
Marche (61%), Provincia Autonoma di
Trento (58%),
Lombardia (57%),
Piemonte (55%),
Emilia Romagna e
Umbria (52%),
Abruzzo (49%),
Friuli Venezia Giulia (46%),
Toscana e
Molise (41%),
Puglia (37%) e
Lazio (34%), mentre la Provincia Autonoma di Bolzano si ferma al 30%. Anche in questo caso le situazioni migliori sono quelle registrate in Valle d'Aosta e Sardegna, entrambe al 10%.