(Teleborsa) -
L'occupazione è scena nel 4° trimestre 2020. Lo conferma il rapporto trimestrale sviluppato congiuntamente da
Istat, INPS, INAIL ed ANPAL, che attinge ai dati in possesso dei quattro Istituti.
L'input di lavoro misurato in termini di ULA (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno)
diminuisce dell'1,7% rispetto al trimestre precedente e
del 7,3% su base annua, allineandosi ad un PIL che ha segnato un calo rispettivamente dell’1,9% e del 6,6%. Nonostante questo l’occupazione è risultata in crescita rispetto al trimestre precedente.
Dipendenti in crescita su trimestreLa
crescita dei dipendenti riprende in termini sia di occupati (+0,3%) che di posizioni lavorative (+0,3%). L’aumento delle posizioni lavorative dipendenti del settore privato extra-agricolo è il risultato di una lieve riduzione nell
’industria in senso stretto (-0,1%, -3 mila posizioni), più che compensata dalla crescita nelle
costruzioni (+1,3%, +12 mila posizioni) e nei
servizi (+0,4%, +31 mila posizioni).
Secondo il Ministero del Lavoro, nel quarto trimestre, e attivazioni sono state 2 milioni 336 mila (+10,9% in tre mesi) e le cessazioni 2 milioni 94 mila (+11,9%).
La crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti (+243 mila) riguarda sia il tempo
determinato (+175 mila) sia il tempo
indeterminato (+67 mila).
Ma la differenza sul 2019 è ancora negativaIn termini tendenziali,
l’occupazione dipendente continua a ridursi con riferimento agli occupati
(-1,6%) e alle posizioni lavorative dei settori dell’industria e dei servizi (-1,7%). L'
aumento delle posizioni lavorative (+278 mila rispetto al quarto trimestre del 2019) è concentrato soprattutto nei comparti dell’
istruzione e dei
servizi alle famiglie.
Per le posizioni lavorative a tempo
indeterminato prosegue la crescita (+333 mila, mentre la dinamica delle posizioni a tempo
determinato risulta ancora negativa (-55 mila).
Boom di prestazioni occasionali con Libretto famiglia
Il
lavoro indipendente presenta un lieve aumento in termini congiunturali (+7 mila occupati, +0,1%) ma continua a diminuire
su base annua (-129 mila occupati,
-2,4%).
Dopo quasi sei anni di crescita e il calo ininterrotto dal 2019, nel quarto trimestre 2020 il numero dei l
avoratori in somministrazione mostra un aumento tendenziale portandosi a 399 mila unità (+11 mila, +2,8%). Il numero dei lavoratori
a chiamata o intermittenti è invece ancora in calo a ritmi sostenuti (-111 mila, -42,1%) attestandosi a 153 mila unità.
Nel 2020 il
Contratto di Prestazione Occasionale ha visto mediamente coinvolti, ogni mese, circa
13 mila lavoratori (19 mila in media mensile nel 2019). Il numero di lavoratori pagati con i titoli del
Libretto Famiglia – nel 2019 mediamente 9 mila unità ogni mese – a seguito delle disposizioni del c.d. bonus baby-sitting, da marzo 2020 ha avuto un
progressivo aumento che ha portato a superare le
300 mila unità a giugno 2020; da settembre però il numero mensile è stato di circa 11 mila soggetti, ritornato in linea con i livelli del 2019.
Infortuni in aumento su effetto Covid Gl
i infortuni sul lavoro, accaduti e denunciati all’Inail, nel quarto trimestre del 2020 sono stati
176 mila (162 mila in occasione di lavoro e 14 mila in itinere), quasi
36 mila denunce in più (+25,8%) rispetto all'analogo trimestre del 2019; quelli con esito mortale sono stati 223 (179 in occasione di lavoro e 44 in itinere), 10 in più rispetto al quarto trimestre del 2019.
L’aumento delle denunce di infortunio sul lavoro è
influenzato dalla seconda ondata di contagi da Covid-19 manifestatasi proprio negli ultimi tre mesi dell’anno: al 31 dicembre 2020 sono state circa 75 mila le denunce da contagio in ambito lavorativo relative al quarto trimestre. Al netto di questi casi si rileverebbe un
sensibile calo (intorno al 30%) degli
infortuni "tradizionali", sia in complesso che mortali, per effetto della chiusura temporanea o totale di alcune attività e del ricorso allo smart working.
Le
malattie professionali denunciate all’Inail e protocollate nel quarto trimestre del 2020 sono state
13.374, in calo di 2.842 casi (-17,5%) rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. La riduzione è più marcata rispetto al trimestre precedente (-10%) e risente ancora dello stato di emergenza dovuto al protrarsi della pandemia da nuovo Coronavirus.