(Teleborsa) -
Il caso AstraZeneca divide il Continente: mentre la
UE va avanti per obbligare l'azienda al
rispetto del contratto, ipotizzando una causa legale, il
Regno Unito si dice a favore del
libero scambio. La
Danimarca invece annuncia
altre tre settimane di sospensione del vaccino della big anglo-olandese, sospettato di provocare trombosi.
La
Commissione europea, secondo quanto riferito da fonti vicine a Bruxelles, sarebbe
intenzionata a proseguire per vie legali nei confronti di AstraZeneca, se non otterrà risultati soddisfacenti sul rispetto del contratto. "Non vogliamo vincere una causa legale per il fatto di vincerla, ma per ottenere più dosi", affermano le fonti, ricordando che c'è ancora "un grande divario" sulle consegne concordate e sulla loro distribuzione.
Il
Regno Unito invece si dice
più propenso al libero commercio dei vaccini anti-Covid, a dispetto dell'accordo con l'UE annunciato ieri, finalizzato a trovare una "soluzione condivisa e reciprocamente vantaggiosa". "Come libertario credo fermamente nel libero commercio e sono contrario al blocco dei vaccini o dei medicinali sia da parte nostra sia da parte dei nostri amici", afferma il Premier Boris Johnson, pur assicurando di voler continuare a "lavorare con i partner europei".
Si attende ora l'esito della
prima giornata del vertice europeo, in calendario oggi e domani in videoconferenza, che questo pomeriggio affronterà proprio il tema vaccini. Il Presidente del Parlamento europeo
David Sassoli apre la seduta con un
appello alla "fiducia" dei cittadini europei e sulla
necessità di un'azione unita e coordinata, anche per quanto riguarda la campagna di vaccinazione.
"Certamente il nostro sistema e le nostre
istituzioni, possono e devono essere migliorate. Ma per meritare fiducia,
serve unità e trasparenza", afferma il Presidente, riconoscendo "quello che abbiamo conseguito in un anno, tutti insieme, è considerevole. Non c'è spazio per l'autocompiacimento, ma non dobbiamo nemmeno dimenticarlo".