(Teleborsa) - In un'Italia ancora tutta rossa e arancione emerge un clima di grande volatilità, il retail ha ancora molti punti da recuperare rispetto al periodo pre-emergenza. L'indicatore dei consumi Confimprese-EY sul totale mercato degli ultimi 12 mesi sui 12 mesi 2020 indica una flessione di -41,9%, con la ristorazione a -52,2%, abbigliamento e accessori a -42,3%, il non food a -22,8%. È quanto emerge dall'
Osservatorio permanente Confimprese-EY sui consumi di mercato che, a un anno dallo scoppio della pandemia, ha analizzato i dati del totale anno 2021 anche sullo stesso periodo 2019 in modo da effettuare una comparazione sull'anno pre-Covid.
Il
primo trimestre 2021 – rileva il rapporto – è
fermo a -38,3% rispetto al primo trimestre 2020. Il settore con le peggiori performance continua a essere la
ristorazione a -51,2%, seguita da
abbigliamento e accessori -42,1% e il
non food che chiude a -1,7% con performance migliori rispetto agli altri settori per via delle minori restrizioni nel corso dell'intero anno pandemico. Quanto al mese di marzo 2021 contro marzo 2019, la ristorazione è sempre maglia nera del comparto con una flessione del -71,4%, seguita da abbigliamento e accessori a -68,3% e il non food a -41,3%.
Tra i canali di vendita il
mese di marzo 2021 vs marzo 2019 vede sempre in sofferenza il
travel con
-71,9%. La pesante situazione, che vede il mancato afflusso di turismo italiano e straniero, sta imponendo agli operatori del settore un ripensamento dei format e una rimodulazione dell'esperienza d'acquisto per il futuro. Sempre peggio
centri commerciali -72,7% e
outlet -73,9%: pagano 5 mesi di chiusure nei weekend, che pesano il 50% del fatturato dell'intera settimana. Peggiorano anche le
high street -57,6% penalizzate dall'Italia quasi tutta in rosso che ha scoraggiato gli affollamenti anche nei centri città e nelle vie dello shopping.
Le
aree geografiche mostrano andamenti abbastanza simili nel mese di marzo 2021 contro marzo 2019. La peggiore è l'
area Nord-Est (Emilia-Romagna, Triveneto) -74,2%, seguita dall'
area Nord-Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta) -67%, l'
area Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna) -59,5%, l
'area Sud (Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata) -56,1%."Il primo trimestre 2021 chiude con un -38,3% sullo stesso periodo 2020 – spiega
Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese –, ma se ci confrontiamo con il 2019, ancora esente dall'effetto pandemico, il calo di fatturato raggiunge il -54,6% con picchi del -60,6% nel Nord Est, del -65,8% nella ristorazione, del -69,3% nel canale travel e del -62,5% nei centri commerciali. Risulta evidente che, con cali di fatturato di questa entità, la situazione per le aziende del settore sia difficilmente sostenibile senza la predisposizione di misure urgenti mirate al sostegno e rilancio dei settori e canali interessati".
L'analisi del solo mese di marzo su marzo 2019 – si legge nello studio – rivela una situazione ancora instabile e non priva di incognite, legate soprattutto ad aperture e chiusure a singhiozzo che si sono protratte per tutto il mese.
"Marzo 2021 registra il peggiore trend dei primi tre mesi dell'anno rispetto al 2019, col -65% rispetto a marzo 2019. Anche rispetto a febbraio 2021 – sottolinea dichiara
Paolo Lobetti Bodoni, med business consulting leader di EY – il calo registrato è pari al -40%, e ha in particolare colpito i centri commerciali, gli outlet e il travel. Con l'allentamento graduale delle misure restrittive ci aspettiamo un rapido ritorno ai consumi da maggio che, analogamente a quanto visto ad agosto e settembre 2020, porteranno probabilmente le vendite ad un valore del 10-20% inferiore rispetto al 2019".
Analisi principali regioni – Guardando l'ultimo mese di marzo 2021 confrontato con lo stesso mese del 2019, il trend più negativo si registra in
Emilia-Romagna che perde il 77,3% anche a causa della zona rossa che l'ha contrassegnata per tutto il mese di marzo. Al secondo posto il
Veneto con -72,8%, seguito dal
Trentino-Alto Adige con -69,8%. Registra trend simili anche il
Friuli-Venezia Giulia -69,7%. Peggiora la
Lombardia che chiude marzo 2021 a -68,3%, distanziandosi poco dal
Piemonte che segna -68,2%. L'
Umbria migliora leggermente rispetto al mese precedente, registrando -66,8%. Peggiora invece la
Toscana con -65,5%, seguita dalle
Marche -65,2%,
Campania -64,1% e
Puglia -61,8%. Le
altre regioni segnano un calo sotto al 60%:
Lazio -58,9%,
Abruzzo -55,7%,
Liguria -52%. Tra i trend migliori del mese di marzo troviamo la
Sicilia -50,8% e la
Calabria -48,9%, che beneficiano della zona arancione, e la
Sardegna -32,7% grazie alla zona bianca e poi arancione.
Analisi per città – Nell’analisi per città nel periodo marzo 2021 vs marzo 2019 sul podio tra le peggiori troviamo in prima posizione
Venezia (-81,2%), seguita da
Bologna (-72,9%) e
Genova (-62,5%), nel confronto tra marzo 2021 vs marzo 2019. La migliore performance invece la registra
Napoli (-38,3%). Tra le due estremità della classifica troviamo
Milano (-60,3%),
Torino (-58,6%),
Roma (-57,6%) e
Palermo (-56,2%).
Analisi principali province – Dopo il trend per città, la
provincia di Venezia mantiene la prima posizione tra le province peggiori d'Italia, registrando un drammatico -79% su marzo 2021 vs 2019, conseguenza della zona rossa che ha interessato tutta la regione Veneta e le sue province nel periodo pasquale. Registrano forti cali anche
Padova -74,6% e
Verona -67,9%. Le province lombarde segnano i peggiori trend con
Brescia -78,4%,
Bergamo -75,6%,
Monza e Brianza -72,8%,
Milano -65,7% e
Varese -43,6%, il trend migliore tra le province italiane. In Emilia-Romagna un calo drammatico anche per la provincia di
Bologna -76,1%, il Piemonte registra invece -70,9% nella provincia di
Torino. In Puglia,
Bari registra un calo del -69,2%. In Campania
Caserta segna -68,3%, mentre
Napoli -60,7%. In Toscana
Firenze chiude a -67,2%. In Liguria
Genova registra -59%, mentre nel Lazio la provincia di
Roma segna -58,2%. In Sicilia peggiorano
Catania e
Palermo che registrano rispettivamente -55,8% e -54,2%.