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L'Italia riparte, stretta sui controlli: il Piano del Viminale

"Specifiche attività di controllo" nei locali e lungo la rete stradale e autostradale, nonché in aeroporti e stazioni

Economia, Politica
L'Italia riparte, stretta sui controlli: il Piano del Viminale
(Teleborsa) - Il rischio - piuttosto concreto - è che l'allentamento delle misure si trasformi in un pericoloso "liberi tutti" che finirebbe per compromettere quanto fatto finora. Oggi, lunedì 26 aprile (non senza polemiche e scambio di frecciatine tra il fronte rigorista e quello aperturista) l'Italia prova a ripartire e il Viminale mette a punto un piano per evitare che, come temono alcuni scienziati ed esperti, i contagi possano schizzare nel giro di poche settimane, riportando tutto il paese in zona rossa o arancione. Già ieri, complici le temperature estive in diverse parti del Paese, gran parte degli italiani hanno approfittato per trascorrere la giornata all'aperto.

A partire da oggi vanno "intensificate le attività di controllo" e, in particolare, è necessario organizzare i servizi "graduandoli in ragione della classificazione a rischio delle aree e delle conseguenti misure prescrittive cui le stesse sono sottoposte". E' quanto ha scritto il capo della Polizia Lamberto Giannini nella circolare ai questori che accompagna quella del capo di gabinetto del ministero dell'Interno.




Giannini chiede anche che vengano messe in campo "specifiche attività di controllo" nei locali e lungo la rete stradale e autostradale, soprattutto al confine tra le regioni rosse e arancioni, nonché in aeroporti e stazioni.

Con la circolare inviata ai prefetti, il Viminale chiede che l'allentamento delle restrizioni sia "attentamente monitorato" per individuare tutti quei "comportamenti difformi dal quadro regolatorio" che potrebbero determinare un peggioramento della situazione epidemiologica. In sostanza, scrive il capo di gabinetto Bruno Frattasi, gli oltre 70mila uomini delle forze di polizia a disposizione dovranno concentrare i controlli in primo luogo su "tutte le attività" che riapriranno a partire da oggi, dunque bar e ristoranti in testa ma anche cinema, teatri e i locali dove si terranno gli spettacoli dal vivo.

Ieri, intanto, giornata di polemiche nella maggioranza. Salvini si fa promotore di una iniziativa per dire no al coprifuoco che fa decisamente arrabbiare il Segretario PD Letta.

Sullo stesso tema, scontro anche sull'orario. Il Ministro degli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, aveva infatti sostenuto che chi va a cena fuori può rimanere al tavolo fino alle 22 e poi tornare a casa senza rischiare sanzioni. Entro le 22 nessuno deve più circolare in strada. Questa la replica del sottosegretario all’Interno, Carlo Sibilia. "Sono tra quelli che auspicavano il coprifuoco alle 23 ma la cabina di regia, dove siedono i rappresentanti di tutti i partiti, ha deciso per le 22 – ha dichiarato – La legge e la circolare del Viminale sono chiare e prevedono il ritorno a casa alle 22 anche per chi cena all’aperto. Evitiamo pertanto interpretazioni personali che possono ingenerare confusione tra i cittadini e mettere in difficoltà le forze dell’ordine”.

Altra polemica sul caffè al bar in quanto il decreto conferma il divieto di consumazione al bancone, come già previsto dal Dpcm del 2 marzo. Una decisione "grave" secondo Claudio Pica, vicepresidente della Fiepet-Confesercenti.




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