(Teleborsa) - Parlando del
Recovery Plan italiano, il Commissario europeo
Paolo Gentiloni ha dichiarato che è stato fatto "un ottimo lavoro: in una settimana abbiamo fatto il lavoro fatto in un mese". In occasione del convegno MilanoCapitali di ClassAgorà, Gentiloni ha però assicurato che i tempi stretti non hanno diminuito la qualità del Piano.
Il Commissario europeo ha commentato anche alcune indiscrezioni di stampa riguardo il
confronto tra il governo Draghi e la Commissione Ue negli ultimi giorni: "Io non inseguo più di tanto le ricostruzioni di stampa, che ho visto e che ho letto. Diciamo che noi ci siamo trovati di fronte alla decisione del governo italiano, che io considero più che giustificata, di presentare il proprio piano entro il
30 aprile e di non chiedere più tempo come forse altri paesi faranno". "Ovviamente è l'inizio" di un percorso – ha aggiunto il Commissario – "e di questo dobbiamo essere ben consapevoli, perché anche dopo l'approvazione del Piano ogni tot mesi, probabilmente due volte l'anno, la Commissione Ue dovrà decidere se erogare la parte di
finanziamenti che il Paese aspetta". "La Commissione lo farà non sulla base di una
discrezionalità politica, ma sulla base di
obiettivi messi nel Piano. Non è questione di giudizi o pregiudizi. Abbiamo il problema che un Piano ben disegnato ha bisogno di essere attuato spesso con procedure difficili e faticose", ha spiegato.
Quanto alla possibilità di
anticipare una parte dei fondi del Recovery, Gentiloni è sembrato fiducioso: "vedremo sui tempi, io sono sempre stato convinto della possibilità di avere questo
prefinziamento prima della
pausa estiva. Dipende dal processo di ratifica dei vari Paesi e la scorsa settimana abbiamo avuto la buona notizia della Corte costituzionale tedesca". Dal momento della presentazione formale dei Piani da parte dei governi, "la Commissione europea avrà a disposizione un paio di mesi pere esaminarli, per valutare l'impatto sulla crescita, il rispetto degli obiettivi fissati su transizione digitale e ambientale – ha ricordato – e sulle riforme indicate nelle raccomandazioni specifiche per Paese". "Al termine di questi due mesi, un processo che vedrà un
dialogo e lavoro costante tra Bruxelles e le capitali, la Commissione farà una proposta al Consiglio per approvare, salvo problemi insormontabili, i Piani nazionali. Con questa approvazione del Consiglio – ha detto ancora Gentiloni – scatterà il prefinanziamento. In Italia parliamo di cifre superiori ai
20 miliardi, oltre un terzo dell'intero prefinanziamento europeo".
Il Commissario europeo ha colto l'occasione anche per dare qualche indicazione in merito sullo
stato di salute dell'economia europea, profilando una nuova lieve contrazione del
PIL nel
primo trimestre nell'area euro: tuttavia, ha spiegato, "si parla di uno zero virgola", "tutti gli indicatori e le indagini" – ha assicurato – suggeriscono una ripresa "molto forte nella seconda metà dell'anno". Gentiloni ha elogiato il ruolo delle
banche durante la crisi economica legata alla pandemia, che "non sono state l'origine del problema ma invece sono state parte della soluzione". Ora però massima attenzione alla prossima fase: "il sostegno pubblico che c'è e che c'è stato ha portato a record minimi da 10 anni sui fallimenti. Ed è altrettanto ovvio che mano mano che i sostegni verranno resi più selettivi, ridotti ed eliminati, e noi suggeriamo che avvenga in modo molto graduale e ragionevole, bisogna evitare effetti di picco che possano riportare all'ordine del giorno il tema dei
crediti deteriorati", ha avvertito. "Le banche – ha detto – devono mantenere la buona forma che hanno, in quanto sono essenziali" nel sostenere la ripresa e nella raccolta investimenti.