(Teleborsa) - In seguito all'entrata in vigore della nuova mappa dei colori – che vede 5 regioni arancioni (Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna) e la Valle d'Aosta rossa – solo poco più di un italiano su cinque (circa il 22%, pari a 13 milioni di persone), è costretto ad affrontare ancora le restrizioni più rigide per il rischio Covid. Ma, nonostante questo, continua a restare chiusa più della metà dei servizi di ristorazione situati nelle zone a rischio o privi di spazi all'aperto con effetti sull'intera filiera con
1,1 milioni di tonnellate di cibi e di vini invenduti dall'inizio della pandemia. È quanto emerge da un'
analisi realizzata dalla Coldiretti. Limitativo per tutti è anche il coprifuoco alle 22 poiché – precisa la Coldiretti – gli agriturismi sono situati nelle aree rurali e ci vuole maggior tempo per raggiungerli dalle città.
Complessivamente nell'attività di ristorazione – rileva la Coldiretti – sono coinvolte
70mila industrie alimentari e
740mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di
3,6 milioni di posti di lavoro. Si tratta – prosegue l'analisi – della prima ricchezza del Paese con la
filiera agroalimentare nazionale che vale 538 miliardi pari al 25% del PIL nazionale ma è anche una realtà da primato per qualità, sicurezza e varietà a livello internazionale.
Se la riapertura di bar, ristorante e agriturismi è una priorità per il 30% degli italiani c'è un 8% dei cittadini che ritiene importante la ripresa di concerti e spettacoli teatrali, mentre – secondo il sondaggio condotto on line sul sito Coldiretti – dovrà ancora attendere il 6% chi ha, infine, come obiettivo quello di tornare in palestra.
Un segnale di speranza dopo molti mesi di grandi difficoltà – conclude la Coldiretti – è venuto dal
weekend del primo maggio che ha segnato il ritorno al lavoro per titolari e collaboratori di quasi centoquarantamila bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi con attività all'aperto nelle regioni gialle dove è possibile il servizio al tavolo all'esterno ma non quello al bancone interno per i bar.